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Il vincitore della 3° tappa Club del Poker Road to Barcellona è Filippo Mirci: “I tornei non sono la mia specialità”

Chi si cela dietro il nickname ‘alongwaytobepro’, vincitore della terza tappa Road to Barcellona, la leaderboard organizzata dal gruppo Facebook Il Club del Poker in collaborazione con PokerStars che mette in palio un ticket per il Main EPT Barcellona di agosto?

Il giocatore si chiama Filippo Mirci ed è un 23 enne di Catania che si cimenta a poker da 4 anni, ” da due con un approccio semiprofessionale/professionale”. Ecco la nostra chiacchierata con lui.

Spin, mon amour

Filippo spiega subito che, nonostante la vittoria di domenica notte, i tornei multitavolo non sono la sua specialità:

“In realtà non gioco solo mtt, anzi forse è la specialità che gioco di meno. Dall’estate scorsa mi cimento soprattutto con gli Spin&Go ma per un periodo ho giocato anche cash game. Gli mtt sono stati il mio pane quotidiano soprattutto a inizio carriera, quando non ero ancora troppo preparato. Comunque oggi gioco soprattutto Sit Lottery ma mi piace cimentarmi in altre specialità, coi tornei la domenica o quando ci sono le serie online, ho un po’ di esperienza e mi sento abbastanza confident. Dal vivo gioco di rado e più come valvola di sfogo e come svago che per il profitto economico.”

La decisione di schierarsi

Nonostante la predilezione per il formato sit lottery, una volta venuto a sapere della Club del Poker Road to Barcellona Filippo ha deciso di partecipare:

“Sono venuto a conoscenza della leaderboard tramite una pagina Facebook ma sulle prime non sapevo se partecipare o meno, appunto perché non gioco spesso tornei ed erano tornei da pochi euro quindi non normali per la sessione domenicale. Però l’opportunità del ticket in palio è davvero golosa e quindi ho deciso di aggiungere il tavolo e partecipare. Non ho giocato la prima tappa perché ero a commentare un torneo live, la seconda invece sono arrivato in the money”.

L’andamento del torneo

Il torneo vinto ha avuto notevoli saliscendi:

“Il torneo inizialmente è andato abbastanza liscio ma dopo aver raggiunto la zona premi mi sono accorciato. Poi 3 tavoli left ho vinto un po’ di mani di fila, prima facendo un bluff-catch azzeccato, poi estraendo il massimo da un avversario allegrotto e poi con altri colpi mi sono trovato a essere chipleader 15 left e poi strachipleader al tavolo finale, in cui ero l’unico deep di tutti i giocatori rimasti.”

Trovatosi al tavolo finale in quella situazione, la sensazione di avere il torneo già in tasca era netta:

“In quel momento già pensavo che potessi vincere il torneo sia per la situazione in cui ero, che mi permetteva di mettere pressione, sia perché il field era morbido, sia in generale che al tavolo finale. Ero molto fiducioso delle mie capacità. Non mi accontentavo dei punti della leaderboard ma ero determinato a fare almeno secondo: almeno l’heads-up credevo fosse assicurato.”

Un all-in preflop a cinque

Filippo non è stato avaro nel commentare le mani decisive per la vittoria finale. Alcune sono state ben rocambolesche.

“Il primo colpo rilevante è arrivato vicino alla zona itm. Ho spillato coppia di nove su all-in di utg per 8bb e il reshove di un altro per 10bb, io con uno stack di 20bb ho deciso di mettere e inaspettatamente hanno messo anche altri due giocatori che parlavano dopo di me e più o meno avevano il mio stack. Quello 8x gira underpair, il 10x KQ, quelli che hanno chiamato dopo di me uno AQs e uno AJ. Il flop apre progetto di colore per l’avversario con AQs ma turn e river sono bianchi e io mi ritrovo in piena bolla con uno stack davvero comodo”.

La risalita in tre mani

“Dopo la bolla sono sceso un po’ perdendo qualche colpo e non vedendo mani giocabili. Poi ho piazzato un herocall carino con 3-4s che mi ha fatto raddoppiare. Apre bottone bello deep, io difendo da bb 13x. Flop 6-7-2, doppio check. Al turn prendo il 4 e decido di bettare un quarto pot, lui chiama. River J che chiude backdoor a colore, a terra ci sono tre picche: checko, oppo shova 120% pot, io ci penso un po’ e decido di chiamare, gira KT a cuori…”

Poco prima Filippo si era salvato grazie a un side pot.

“Avevo coppia di donne, oppo aveva giocato coppia di assi in trapping ma per fortuna era più short, tipo 15x mentre io avevo 25-30x, e nella mano si è aggiunto anche un giocatore con KJ che le ha messe tutte e mi ha tenuto in vita. Sempre contro questo avversario, qualche orbita dopo, ho difeso A5s da grande buio e ho raddoppiato dopo aver trovato colore al river, lui aveva floppato top pair”.

Grazie a questo spot il 23enne è arrivato a giocare il tavolo finale ‘in pantofole’:

“Sono arrivato al tavolo finale chipleader nonchè unico con uno stack deep. Aggredendo ho accumulato tanta deadmoney”

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L’heads-up

Arrivato al testa a testa per la vittoria, Filippo si sentiva davvero fiducioso:

“Giocando Spin&Go sono abituato agli heads-up, soprattutto a quella profondità di stack tipo io 40x lui 18x. Su iPoker inoltre gli Spin hanno le ante quindi ero abbastanza tranquillo, ma si sa che in heads-up bastano un paio di cooler a sfavore per perdere, nonostante si creda di avere edge sull’avversario.”

Nonostante il vantaggio iniziale, infatti, gli equilibri del testa a testa cambiano presto.

“Quando lui era rimasto con 16bb ho openshovato A9, lui ha chiamato con coppia di nove e ha raddoppiato passando in vantaggio di stack. Meno male che l’avversario era molto prevedibile e si lasciava exploitare e sono tornato con più chips di lui vincendo diverse mani senza showdown. Poi lui ha raddoppiato di nuovo in all-in preflop con coppia di sette contro il mio KQ. Con una coppia di assi sono risalito e finalmente siamo arrivati alla ultima mano in cui io limp-shovo AK e lui chiama con QTo”.

I calcoli per la leaderboard

Dopo questa vittoria è naturale che Filippo punti in pompa magna alla finalissima di giugno che su PokerStars (poker) assegnerà il ticket per il Main Event EPT Barcellona:

“Penso di giocare più tornei possibile per rientrare nei 36 della finalissima di giugno. Non ho fatto i conti sui risultati che devo ottenere, anche perché i tornei con moltiplicatori influiranno davvero tanto, cercherò di giocare al meglio e spero che ciò basti per arrivare alla finalissima. L’inizio è stato buono e quindi sono fiducioso”.

Progetti poker

Filippo ha le idee chiare anche per il suo futuro con le due carte in mano, o collegato al suo stare con due carte in mano:

“Ho approcciato il poker per avere qualcosa che mi potesse rendere indipendente e che mi piacesse approfondire. L’obiettivo era solo questo: giocare e fare in modo di poter vivere la vita che voglio, senza necessariamente puntare a fare miliardi o a grindare giorno e notte per mesi perché quello che voglio ottenere è la libertà e non una schiavitù: non credo che sarò mai un mass grinder. Nel breve periodo penso semplicemente di andare avanti giocando Spin&go e qualche torneo ogni tanto”.

Sul medio e lungo periodo invece Filippo pensa di estendere il suo raggio d’azione al di fuori del poker giocato ai tavoli:

“Sono una persona cui piace imparare cose nuove, sperimentare ed esplorare. In questo momento il poker mi ha dato indipendenza e libertà ma se trovassi altro potrei anche cambiare. Sul medio-lungo periodo non ho grossi obiettivi, dovessi continuare a giocare a poker vorrei scalare ancora più i livelli, anche se già gioco stakes medio-alti, e magari fare qualche progetto connesso al poker perché il gioco in sé mi piace, ma fino a un certo punto: mi è sempre piaciuto di più fare dei progetti nuovi, tipo in passato delle dirette su Twitch con alcune scuole con cui ho collaborato… Ecco, magari come progetto nuovo sarebbe carino ritornare su Twitch o aprire un canale Youtube ed effettivamente poter aiutare più persone che si approcciano al poker a farlo nel migliore dei modi” senza che debbano passare da tutto quello che ho fatto io”.

Dopo anni passati a scrivere di altro, in un periodo sabbatico mi sono appassionato al poker e dal 2012 è diventato il mio pane quotidiano. Intanto ho scritto un paio di libri che niente hanno a che vedere col nostro meraviglioso gioco.
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