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Flop "wet" e "dry": inquadriamo il range dei nostri avversari osservando le loro mosse

Nell’ultimo articolo di strategia, abbiamo provato a focalizzare la forza della nostra mano in relazione al flop con cui siamo alle prese, provando a distinguere le categorie a seconda della convenienza a rimanere o meno all'interno del colpo.

Con l’articolo che state leggendo, invece, oggi proviamo ad allargare il concetto, inserendo anche la variabile che fa capo al cambiamento che subiscono le mani dei nostri avversari, oltre che a quello che subisce la nostra. 

L'equity che si sposta

La capacità di lettura del range in mano ai nostri rivali, è gioco forza una caratteristica del gioco che dobbiamo affinare sempre di più e non può fermarsi all’analisi fredda e spesso insufficiente del pre flop. 

La struttura del flop e il comportamento del nostro, o dei nostri, avversari palesano spesso quello che serve per smascherare, se non proprio la mano esatta, almeno un ventaglio di mani da assegnare a chi sta giocando il colpo contro di noi.

Flop Dry 

La prima distinzione che dobbiamo fare è quella tra Dry Flop e Wet Flop. 

I flop “asciutti” sono quelli che non presentano carte interconnesse tra di loro ed è quindi impossibile che i nostri avversari provino a chiudere un progetto di colore o di scala. 

Chips

Molto più semplicemente sono quei flop che non contengono draw:

  • a 7 2
  • 3 3 k
  • a 2 6

Come vedete non ci sono carte collegate tra loro in questi tre esempi, per cui avrai già capito che il tuo rivale avrà con ogni probabilità una mano fatta, oppure una mano trash, distinzione che vi abbiamo spiegato nella lezione precedente

Flop wet

  • 10 8 7
  • a q 10
  • 5 4 6

Pensate a quanti progetti possono essere presenti, invece, nelle mani dei vostri avversari dopo che sono atterrati questi gruppi di flop. Nel primo esempio un giocatore con due carte di picche avrà un forte draw di colore, quelli che invece hanno un “9” potranno contare sugli 8 out della scala (i quattro Jack e i quattro 6). 

Senza contare i monster draw, pensate a un giocatore che ha a 9 : è sicuramente una mano che ha una grossa possibilità di chiudere almeno uno dei due progetti, sia di scala che di colore.

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Come il flop influisce sulla tua mano

Facciamo un esempio.

Ipotizziamo di avere in possesso a k da UTG e aprire a 3 BB, ci chiamano due avversari che agiscono da cutoff e da bottone, quindi in posizione su di noi che da adesso in poi parleremo per primi.

  • Scenario 1: a 7 3 classico esempio di flop dry
  • Scenario 2: **a 10 *q9* classico esempio di flop wet che contiene parecchi draw

In entrambi i casi dovrebbe essere giusto provare ad estrarre del valore su questi flop procedendo ad una Continuation Bet, ma solo in un caso, il primo, saremo sicuri che la nostra mano conserverà, almeno all’apparenza, l’ottima equity trovata sul flop. 

Anche la mano dei callers sarà più facilmente inquadrabile all’interno di un range prestabilito se facciamo riferimento al primo flop. 

Nel secondo esempio non avremo informazioni sull’esatto range da assegnare a “Villain” a meno che non siamo abituati a giocarci contro e conosciamo le sue “mosse” su texture e situazioni simili. Questo significa che la CBet andrà sempre e comunque fatta, ma in caso di call le antenne dovranno stare ben dritte.

Nella prossima lezione vedremo come muoverci dopo il flop a seconda di quello che abbiamo imparato fino a qui. 

Poker e Sport Editor
Io sono Andrea Borea, sono nato nel marzo del 1973, e non vengo propriamente da una formazione umanistica, visto che i miei hanno sempre spinto per dare seguito agli interessi di famiglia. Dopo aver fatto per qualche tempo ciò che essi mi consigliavano, Assopoker divenne la mia vita, prima che mi chiamasse Luca Pagano per collaborare al sito PokerPoker.it e dare vita alla Pagano Events. Sono stato il primo a bloggare il Main Event delle WSOP per l’Italia da Las Vegas, nel 2008 e nel 2009. Collaborai alla stesura di due collane, “Lo sport del Poker” e “I segreti del Grande Poker”, entrambi per la Gazzetta dello Sport, sempre per Gazzetta cominciai a scrivere per un paio di anni articoli di Texas Hold’Em, prima di passare in pianta stabile con PokerStars.it. Da 6/7 anni, scrivo per ItaliaPokerClub, BetFair, PokerStarsNews, PokerStarsLearn, Ludos Academy.
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