Costruire un range di 3-bet al flop che non sia composto solo da mani nuts è essenziale nel cash game: Reid Young commenta una mano dove questa gli sembra la soluzione migliore.
Siamo al NL200 di PokerStars, ad un tavolo con quattro giocatori: con 100 big blinds affrontiamo l'apertura dello SB a 6 dollari con q 9 , e decidiamo di chiamare.
Il flop è j 4 9 , e di fronte al check del nostro avversario puntiamo 8 dollari, ma lui rilancia fino a 32 $: che cosa dovremmo fare?
"Il range del nostro avversario sarà spesso polarizzato, di fronte ad una nostra 3-bet praticamente sempre o folderà oppure andrà all-in - premette "shootaa" - ed a mio avviso una 3-bet di poco superiore ai 60 dollari da parte nostra è la mossa migliore".
L'idea di base è quella di concedere al nostro avversario la possibilità di proseguire nel suo bluff, 4-bettando all-in mani come k q , magari air pura o altri draw che dominiamo.
Naturalmente a volte lo small blind avrà anche una mano legittima, ma i set sono molto rari, ed anche una mano come a 10 in questa situazione è leggermente sfavorita rispetto alla nostra.
L'alternativa che possiamo considerare è quella di essere noi stessi a 3-bettare all-in, ma è chiaro che se stimiamo che il nostro avversario possa essere capace di bluffare in questa situazione così facendo perdiamo valore, che invece abbiamo tutto l'interesse a massimizzare.