Malgrado le sue presunte disavventure agli heads-up hyperturbo high stakes, Isaac Haxton è considerato da molti professionisti una sorta di modello, qualcuno che ha avuto abbastanza fortuna, abilità e costanza per arrivare in alto e rimanerci ancora oggi, obiettivi che troppi altri hanno inseguito senza raggiungerli.
Sarebbe praticamente impossibile elencare tutti i fattori che gli abbiano permesso di riuscirci, e soprattutto in quale misura, ma sicuramente alcuni fra questi sono determinazione, costanza, voglia di fare del proprio meglio e di continuare a farlo, a prescindere da risultati a volte anche molto gratificanti ed altre volte pessimi.
Proprio recentemente, dopo aver abbandonato Montecarlo per Vancouver da dove ha deciso di partecipare come molti altri allo Spring Championship Of Online Poker, il pro di PokerStars si è lasciato sfuggire una semplice frase su Twitter che probabilmente si riferiva alla sua recente trasferta EPT, ma che può facilmente essere estesa alla sua intera carriera: una sorta di filosofia lapidaria disarmante nella sua semplicità.
Volendo tradurre in maniera non esattamente letterale quanto scritto dallo statunitense, ne verrebbe fuori qualcosa del genere: " Vai e fa quello che devi. A volte vinci, a volte perdi. Continua a farlo fin quando sarà necessario". E' facile, e forse perfino inutile, sottolineare quanto un atteggiamento simile possa essere applicato esattamente nello stesso modo nel poker come in molti altri campi assai diversi fra loro, regalandoci così un'interessante spunto di riflessione.
Giocatori come Isaac Haxton, ed in generale persone che abbiano avuto un successo rilevante tanto nella loro professione che nella loro vita grazie sia al caso che al merito, vengono generalmente etichettati come vincenti, ma in questo caso "Ike" sembra volerci ricordare che anche e soprattutto un vincente sa che cosa significhi perdere, e che anzi proprio il fatto di aver tirato dritto di fronte a questa ed altre sconfitte sia stato determinante nel fargli raggiungere quelle vittorie per cui oggi in molti lo ammirano.
Ripetere, insistere, continuare in fondo a lottare e non soltanto quando si cerca di emergere ma anche nel momento in cui si è in cima diventa allora fondamentale, non soltanto perché quando si è in alto la competizione si fa molto più dura ma anche perché, a quel punto, si ha molto più da perdere ma forse anche meno paura che accada, visto che in fondo si tratta di sopravvivere semplicemente ancora una volta.