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“Isildur1 e Phil Ivey sono i più talentuosi, ma online perdono…”

[imagebanner gruppo=pokerstars] Malgrado solitamente non se ne vada in giro per strada portando a spasso un costoso orologio da polso o facendosi fotografare in compagnia di bottiglie sovrapprezzate, Yuang Chu rientra certamente fra quei giocatori di poker professionisti che può dire di aver guadagnato bene, grazie all’esplosione del No Limit Hold’em online.

Cinese d’origine ma romano quanto e più di un sampietrino, da qualche tempo si è defilato dal mondo del poker per aprire una startup, senza smettere di interessarsi fra le altre cose a quello che gira attorno al nostro piccolo mondo, nel quale quando ancora ne faceva parte riempiva quaderni interi di equazioni, condividendo un appartamento con Giacomo Loccarini quando entrambi erano coach di Pokermagia.

Tempi vicini eppure ormai trapassati, vista la rapidità con cui si trasforma il mondo del poker, a maggior ragione per i professionisti: “Quando ho cominciato a giocare, dedicandosi al poker era possibile guadagnare dieci volte quello che avrebbe reso quella stessa dedizione in un altro campo – afferma – si può guadagnare bene ancora oggi, ma non più di molti altri professionisti affermati nel proprio settore“. E soprattutto, studiando e applicandosi in modo analogo.

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DO YOU EVEN GTO BRO? – Ai bei tempi, che in fondo sono arrivati troppo presto anche per lui, molti professionisti che si concentravano sul cash game giocavano sì e no 30.000 mani al mese in media, usando elaborati strumenti di studio come PokerStove, uno scenario che impallidisce rispetto a quello attuale: “Oggi se metti assieme meno di 100.000 mani al mese probabilmente non sei un professionista – sottolinea – in più il genio pazzo e vincente non esiste più. Se qualcuno venisse a dirmi che, senza studiare, vince su un campione significativo di mani, fossero anche un milione per me sarebbe semplicemente goodrun“.

Ed ecco allora spiegato perché, almeno online e naturalmente a livelli medio alti, anche chi ha una marcia in più rispetto agli altri finisce col fare fatica, se pensa di potersi sottrarre al lavoro sporco necessario: “I giocatori più talentuosi in assoluto sono probabilmente Phil Ivey e Viktor Blom, eppure online non vincono – rimarca – e come possono sperare di riuscirci? Giocano in un field dove i regular passano il loro tempo a fare simulazione con Flopzilla e CardRunners EV, a studiare la GTO applicata al poker. Con cosa vince Phil Ivey, con gli occhi della tigre? Chiunque pensi che possa battere facilmente un livello come il NL500 Zoom non sa quanto si sbaglia…”.

IT’S EVOLUTION, BABY – Il gioco in fondo si è evoluto, lo diciamo fin troppo spesso, ma forse non nel modo in cui alcuni credevano: “Tutti sembravano convinti del fatto che il poker si sarebbe orientato verso un gioco deepstack, mentre invece è successo il contrario – sottolinea – se ascolti i giocatori, tutti ti diranno che preferiscono giocare deep perché fa figo, ma non è vero niente. La realtà è che per vincere quando giochi con uno stack effettivo di 300 big blind devi speware come una scimmia, e farlo bene, che ovviamente è difficile ed aumenta la varianza. Per questo, quando giocano deepstack diventano quasi tutti weak passive“.

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Parallelamente, anche la strategia che adottano i giocatori vincenti è molto cambiata: “Prima volavano proiettili da tutte le parti, ed il call era considerato la mossa più schifosa del No Limit Hold’em, ora è un po’ il contrario – scherza, ma fino ad un certo punto – andavi rotto con una pocket pair in blind war e non ti sbagliavi mai di troppo, oggi se qualcuno va rotto preflop con AK contro l’under the gun gli altri regular al tavolo si fregano le mani…”.

E la ragione, a suo avviso, non è poi così inspiegabile: “La gente ha cominciato a giocare meglio fin dal preflop, i range sono spesso decenti e così se prima il gioco consisteva nel capire quando fare la seconda o la triple barrel per far foldare tutta una serie di mani che non potevano sostenere quell’aggressione in seguito tutto è diventato più difficile. Quando si è cominciato a raisare su tutta una serie di flop ed a calldownare di più giocando range bilanciati, è diventato fin troppo chiaro che certe percentuali di continuation bet non fossero più sostenibili, e così ad esempio si è cominciato ad allargare il range di check call, anche quando si era aggressori preflop…”.

SPIN&GOALS – Detto questo, Yuang non pensa che – per chi creda che questa possa comunque essere la sua strada – non ci sia nessuna possibilità, ma che ci si debba approcciare al poker in maniera molto razionale, imprenditoriale non solo nella gestione del denaro ma anche in quella del proprio tempo: “Se proprio dovessi iniziare oggi da zero, mi farei stakare per diventare Supernova Elite con gli Spin&Go su .com, studiando il materiale disponibile come la Bibbia – spiega – niente case costose o scelte ballas, una stanza in un appartamento condiviso è sufficiente. I giocatori giovani devono capire che 100.000 € non li rendono ricchi, è che se è vero che i soldi fanno i soldi questo vale quando cominci ad avere da parte cifre ben diverse…”.

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Ma infine, perché sceglierebbe proprio quell’alternativa, fra tutte le varianti nel poker? “E’ quella più nuova e con una larga presenza di giocatori occasionali, nella quale anche uno come bighusla commetterà errori di cui non è consapevole – conclude – inoltre ti insegna a giocare nelle posizioni più importanti ad un tavolo da poker, in una dinamica three handed che è complessa e con stack ridotti. Questo significa che un buon giocatore che li studia, li gioca e vince potrebbe riciclarsi con successo in altre specialità”. Sempre che, nel frattempo, non abbia trovato qualcos’altro da fare.

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