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La grande scommessa (persa): Soros punta forte contro Trump dopo le elezioni e brucia un miliardo!

In molti si chiedono se fare trading e scommettere in borsa sia come giocare d'azzardo. Domanda da un milione di dollari (anzi da miliardi...), si potrebbe discuterne per giorni, ma una cosa è certa: ci si può fare molto male nei mercati azionari.

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In genere, le informazioni (come nel betting) fanno la differenza, in particolare quelle riservate. Ci sono poi dei limiti legali (insider trading) oltre i quali non si può andare. Ma, in genere, gli squali sanno sempre muoversi in questa terra di nessuno, una zona grigia molto pericolosa per i comuni mortali.

Non è un comune mortale George Soros, lo speculatore per eccellenza (in particolare nei mercati valutari). Nel 1992 mise in ginocchio la sterlina inglese (ne parliamo più avanti) ed anche la nostra lira, guadagnando solo in un giorno più di un miliardo di dollari.

Il finanziere senza scrupoli di origini ungheresi è stato uno dei principali finanziatori di Barack Obama prima e Hillary Clinton dopo, nella corsa alla Casa Bianca.

Secondo alcuni esperti analisti, proprio le voci di una vicinanza di Soros alla Clinton, avrebbero danneggiato l'ex first lady, essendo ritenuta dall'opinione pubblica internazionale e statunitense, da sempre legata ai poteri forti di Wall Street ed Israele.

Nel 2013 è diventato un'azionista di riferimento di Caesars Interactive che controlla il brand WSOP.com, ma questa scommessa sembra destinata a non dare i frutti sperati. Il poker online americano è a rischio chiusura, per mano dei Repubblicani, suoi nemici.

Nel 2016 Soros è tornato alle antiche abitudini, facendo trading con la sua Soros Fund Management, la società che gestisce il patrimonio di famiglia (circa 30 miliardi di dollari) ed ha provato subito a cavalcare lo scetticismo nei confronti di Trump, ma a sorpresa ha perso.

In questo caso, non era in possesso di alcuna informazione mirata, molto probabilmente si è solo affidato al suo istinto da killer che, in passato, gli ha consentito di costruire un impero.

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La satira politica americana si è scatenata sul rapporto tra Soros e Hillary Clinton

L'elezione di Donald Trump sembra aver mandato in tilt anche un abile trader come lui. Tra i due non corre buon sangue: appreso della vittoria del candidato repubblicano, Soros lo ha definito "un aspirante dittatore".

Il Wall Street Journal ha rivelato che proprio a seguito dell'elezione del tycoon newyorkese, Soros ha scommesso pesante al ribasso in borsa, prevedendo un disastro nei listini di Wall Street. Gli investitori però hanno reagito bene, il rally l'ha spiazzato.

Dalle elezioni in poi, il Dow Jones Industrial Average è aumentato del 10% e tutti e tre i principali indici azionari statunitensi hanno stabilito massimi storici.

Non ha brillato nelle previsioni: a novembre ha assunto la posizione di "orso" (in gergo tecnico vuol dire ribassista) ma non ha fatto i conti con l'oste (Trump) che ha scatenato un forte rialzo (toro) sui mercati, alimentato dalla sbandierata deregulation e dalla promessa del taglio delle tasse, oltre ad un aumento della spesa per finanziare le infrastrutture. A Wall Street, con l'arrivo dello zio Donald, prevedono una crescita dell'economia americana.

Pochi giorni prima di Natale - scrive il Wsj - Soros ha disinvestito ed abbandonando le posizioni ribassiste, perdendo circa un miliardo.

Beffa delle beffe, il suo ex braccio destro, Stanley Druckenmiller (ha lasciato il suo staff nel 2000) è riuscito a guadagnare parecchi soldi, scommettendo a favore dei mercati (Toro).

Proprio Druckenmiller, nel 1992, aiutò Soros a speculare sulla sterlina e guadagnare un miliardo di dollari in un giorno, scommettendo proprio sulla valuta inglese e non solo.

Il 16 settembre 1992, Soros si rivelò agli occhi del mondo (non solo finanziario) per aver messo in ginocchio il sistema monetario britannico: ritenendo la sterlina sopravvalutata, il finanziere di origini ungheresi, ha venduto allo scoperto l'equivalente di 10 miliardi di dollari in sterline, guadagnando solo quel giorno 1,1 miliardi di bigliettoni verdi. Dopo quella operazione, la sterlina crollò e la Banca d’Inghilterra dovette sposare scelte dolorose e storiche. Nello stesso giorno attaccò anche la lira, la nostra vecchia moneta, presentando un conto talmente salato che, secondo illustri esperti di economia, ancora oggi l’Italia sta pagando le conseguenze di quella operazione. Ma i tempi cambiano, come i mercati e gli uomini.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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