Floppare un set quando si ha bisogno di un double-up è una benedizione, ma per massimizzare il valore della propria mano un board favorevole non basta: occorre fare le scelte giuste.
Hero sta giocando un torneo da 5 dollari, e su bui 300/600 apre il gioco a 1.200 con 8 8 e 13.000 fiches.
Chiamato sia dal cut-off che dal giocatore sul grande buio, su flop 8 j 2 decide di c-bettare a 2.400 su un paitto di 4.400, ricevendo il call solo da parte del piccolo buio, che lo copre.
Il turn è il 3 , e lo SB checka: ad hero rimangono 9.200 fiches, l'esatto ammontare del piatto, ma decide di puntare solo 2.400, venendo chiamato.
Infine, su river 9 , chiama una puntata da 5.000 fiches del suo avversario, che allo showdown gira 10 5 . Che cosa avrebbe potuto, o dovuto, fare diversamente?
Ancora una volta ci viene in soccorso Tyson "tyson219" Ford, che tanto per cominciare avrebbe puntato di più al flop: "Il board è molto drawy, e siamo anche contro due giocatori. Credo che tutto ciò che chiami una puntata da circa metà piatto ne chiami anche una pari al 70/75% di questo".
L'obiettivo è quello di andare all-in al turn: "Ho intenzione di mandare i resti su ogni turn, a parte un otto o un due. Mi aspetto di essere chiamato sicuramente dalle top pair, contro cui potremmo non prendere altrettanto valore al river, sia che cada la quarta picche sia che questo non succeda".
Il piatto è insomma troppo grosso e il nostro punto troppo forte perché il turn che completa flushdraw possa fermarci: "Mi aspetto che un buon numero di flushdraw ce lo check/pushino al flop. Inoltre, al turn potremmo fare quest'azione anche in semibluff con mani che contengano a o k , mentre al river se cade picche ci freeza l'action, e se questo non succede il nostro range è comunque più ristretto".
In entrambi i casi, insomma, da questa situazione non possiamo "salvarci", ma non è questo l'importante: la nostra preoccupazione dev'essere infatti quella di giocare in modo ottimale, non di evitare cooler che per definizione non si possono scansare.