Quella descritta in questa mano è una situazione piuttosto comune, per chi giochi abitualmente cash game, e se a volte decidere cosa fare appare scontato altre volte lo è certamente meno.
Siamo al NL400, con uno stack effettivo di 185 big blinds, e decidiamo di aprire dal cut-off a 5 in un tavolo five-handed, con il big blind che ci 3-betta fino a 24 dollari, e noi che decidiamo di chiamare.
Su di lui abbiamo molte informazioni. Sappiamo che è un regular discretamente vincente, che ha un VPIP pari a 30 ed un valore di 3-bet del 12%. Sappiamo anche che nei piatti 3-bettati i suoi valori di c-bet per ciascuna street sono pari a 72/55/40.
Il flop è 4 10 8 , e noi decidiamo di chiamare la c-bet da 28 dollari su un piatto di 50. Il turn è il 6 , ed ancora chiamiamo una puntata di 70 dollari su un piatto di 106. Il river è il 5 , ed il nostro avversario checka: dovremmo fare altrettanto o puntare in bluff?
Hero è convinto che puntare in bluff sia una buona idea: pensa di poter rappresentare un range di valuehands piuttosto nutrito, e che il board sia piuttosto scary per il range del nostro avversario. In 10 precedenti occasioni in piatti 3-bettati, il nostro avversario ha check/foldato al river sei volte, check/callato tre e check/raisato una.
Reid "shootaa" Young però non è d'accordo: secondo lui un check è preferibile. "Non credo che il nostro avversario valuebetti le overpair tanto spesso quanto dovrebbe. Penso che il suo checking range sia forte, che le tue drawing hand più probabili hanno missato e che sappiamo sia capace di check/callare in questa situazione".
C'è poi un altro punto, per il quale lo statunitense checkerebbe dietro la nostra mano: "Quanto spesso può avere dei semibluff al turn, che sia disposto a 3-bettare preflop deep e fuori posizione? In molti con mani come QJ sono prudenti, perché temono di essere 4-bettati".
Hero però evidentemente non è d'accordo: decide infatti di puntare 172 dollari su un piatto di 246 e fa foldare il suo avversario. Non sapremo mai, però, se abbia effettivamente passato una mano migliore della nostra, e in generale quanto spesso sia disposto a farlo.