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Omaha hi/low: il sistema Hutchison

Il sistema Hutchison è utile per i neofiti di Omaha hi/lowUna delle maggiori difficoltà per i neofiti dell’Omaha hi/low, sia che si affaccino alla variante fixed limit o pot limit, consiste nel valutare correttamente la forza delle starting hands che si trovano a giocare.

Vi sono alcuni sistemi che hanno cercato di quantificare la forza di ogni possibile starting hands dell’Omaha hi/low, assegnando un punteggio a ciascuna sulla base di alcuni parametri: il più celebre fra questi è senza dubbio il sistema Hutchison.

Partendo dal presupposto che si giochi in un tavolo da dieci giocatori, l'idea è quella di identificare quelle mani che abbiano un’aspettativa di vincita preflop di almeno il 50% superiore alla media.

Come sappiamo, in ogni gioco hi/low l’obiettivo è quello di vincere l’intero piatto,e la maggior parte delle mani che non abbiano questa potenzialità sono solitamente scartate. In alcuni casi, tuttavia, è profittevole giocare anche mani che abbiano solo potenzialità di vincere il piatto hi (questo perché non sempre si verifica che vi sia un piatto low).

Hutchison identifica questo tipo di mani come composte da carte maggiori o uguali al dieci (assi inclusi) e che inoltre abbiano almeno una di queste caratteristiche:

1)    Siano due coppie
2)    Siano una coppia e due carte suited
3)    Siano carte double suited

Qualora questi criteri non siano rispettati, non dovreste giocare mani che puntino a  vincere solamente il piatto high in Omaha hi/low. Come valutare, quindi, mani che abbiano potenzialità di scoop? Attraverso una serie di passi…

Road to Campione

1) Considerare le due carte più basse presenti nella propria mano, ed assegnare un punteggio in base al seguente schema:

A-2 = 20    A-4 = 13    A-5= 10
A-3 = 17    2-4 = 12    4-5 = 8
2-3 = 15    3-4 = 11    il resto = 0

2)    Considerate adesso le altre due carte, ed assegnate 9 punti per un “3”, 6 punti per un “4”, 4 punti per un “5”, 2 punti per una figura ed infine un solo punto per carte dal “6” al “10”. Nessun punteggio va assegnato per carte che accoppino le due considerate nel punto precedente, e nel caso in cui le due carte rimanenti siano una coppia il punteggio va considerato una volta soltanto.

3) Nel caso in cui si abbiano delle coppie, a ciascuna di queste va assegnato un punteggio seguendo questo schema:

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AA = 8   TT = 1
KK = 6    44 = 1
QQ = 5   33 = 1
JJ = 2     22 = 3

La metà dei punti assegnati in questo caso va sottratta nel caso in cui si abbiano tre carte uguali (ad esempio A-A-A-x assegnerà in questo caso 4 punti e non 8).

4)   Nel caso in cui si abbiano due carte suited, assegnare i seguenti punteggi: nel caso in cui la più alta delle due sia un asso 4 punti, nel caso sia un re 3 punti, nel caso in cui sia una donna o un jack 2 punti, ed infine nel caso sia un dieci, un otto od un nove 1 punto. Nessun punto negli altri casi.

Anche qui, nel caso in cui si abbiano tre carte dello stesso seme il punteggio va dimezzato, mentre non va assegnato del tutto quando si abbiano quattro carte dello stesso seme.

Una volta seguiti questi passi, potrete assegnare a ciascuna mano un punteggio che oscilli fra 0 e 45: il sistema Hutchison consiglia di giocare le mani che abbiano almeno 20 punti e di rilanciare con mani che ottengano un punteggio di 30 punti o superiore.

Fra il punteggio ottenuto e l’equity preflop di ciascuna mano vi è un’alta correlazione, che può oscillare al massimo di un paio di punti percentuali. Come tutti i sistemi “meccanici”, anche quello di Hutchison va preso come un punto di riferimento e non come un dogma.

Infatti, con l’esperienza imparerete a valutare la forza delle mani dell’Omaha hi/low in modo più rapido ed altrettanto valido, ma per i neofiti si tratta certamente di un buon sistema per impratichirsi con il difficile esercizio di capire quanto la propria mano sia buona preflop, dunque se e come giocarla.

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