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marbizzone=tordo gigante

Poker amarcord: quando Marbizzone accendeva il cash game online

Poco più di 7 anni fa, il poker online italiano era già in uno stato di crisi, susseguente ai fasti vissuti tra il 2009 e il 2012. In un panorama di cash game nel quale gli amatori ormai andavano scomparendo, “bruciati” da talento e voracità dei regular, apparve un lampo accecante, una sorta di fenomeno dalle linee imprevedibili che mise a ferro e fuoco gli high stakes di PokerStars.it per diversi giorni. Sì, stiamo parlando di “marbizzone“.

Il poker ai tempi di marbizzone

Al tempo su PokerStars era ancora visibile, nei chipcount dei tornei o semplicemente passando con il cursore sopra l’avatar, la città o località di riferimento di quel determinato player. E Marbizzone giocava da Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria. Diciamo che ancora oggi è questa l’unica certezza su un fenomeno durato poco, ma che fece parlare tantissimo.

Un nickname che era tutto un programma

Diciamo anche che, per chi è calabrese, il nickname scelto già tradiva le origini. In dialetto calabrese si chiama “marvizza” o “marbizza” il tordo, uccello molto comune in Italia, da Pordenone ad Agrigento. Quel nick era già una sorta di dichiarazione d’intenti: il tordo è proverbialmente un uccello non tra i più furbi, facile da cacciare e raggirare. Marbizzone era già una deception dichiarata, deception promessa e mantenuta ai tavoli. L’avatar di Lupin III andava poi a completare l’ossimoro: tordo da spennare o principe dei ladri?

Arriva marbizzone, i top pro vanno in tilt

L’anonimo player apparve dal nulla ai tavoli degli high stakes online, ovvero il NL 1000 e dintorni. Come accennato prima, già al tempo vedere materializzarsi un amatore ai tavoli cash era frequente più o meno come vedere un eschimese prendere il sole sulla spiaggia di Mondello. Questo, unitamente allo stile che da subito si palesò come molto loose e aggressivo, creò immediatamente l’effetto di una corposa waiting list. Tutti volevano il sangue del “random”, ignari del fatto che le cose sarebbero andate – almeno all’inizio – molto diversamente.

Andrea Crobu, Federico Piroddi, Luigi Curcio, Antonio Bernaudo: sono solo alcuni dei più noti, tra quelli che sfidarono marbizzone in heads up uscendone con le ossa rotte. Crobu ammise di avere “swingato un’Audi” in pochi giorni, e così anche altri top reg non riuscivano a venire a capo di un giocatore dalle linee imprevedibili e molto, molto aggressivo.

La festa per “marbi” durò poco più di una settimana, dopodiché i top reg riuscirono a prendergli le misure, riprendendosi tutto e probabilmente anche con gli interessi.

Il bluff non va più

Qui un bluff che la dice abbastanza lunga, sul suo conto. Tavolo heads up 5€/10€ contro uno dei regular più forti al tempo, Francesco “IwasZioPippo” Elefante. Marbizzone apre a 30€ da bottone e poi 4betta a 170€ sulla 3-bet di Elefante a 100€, ottenendo un call. Sul flop 3 5 k IwasZioPippo fa check-raise a 280€ sulla puntata da 140€ del calabrese, che fa call.

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Il turn è un a , sul quale i due giocatori fanno check. Si va così al river che è un 4 e marbizzone va allin in overbet su un piatto da circa 900€, coprendo nettamente Francesco Elefante che ha 473€ dietro. IwasZioPippo infine chiama e vince il piatto con k j , mentre marbizzone aveva appena 8 6

Marbizzone sparì dalla circolazione per un po’, effettuando poi qualche altro sporadico ritorno ma senza quella magia che gli aveva consentito di animare il cash game italiano come forse mai era successo prima.

Cosa rimane del “caso marbi”

Al tempo parlai, con le dovute proporzioni, di una sorta di Isildur1 in salsa calabrese. Certo il confronto era ed è improponibile, in comune avevano solo il fatto di avere dalla propria il tifo di un po’ tutta la community pokeristica, internazionale in un caso e italiana nell’altro. Anche qui c’era però una differenza sostanziale: Viktor Blom rappresentava il talento e la sfrontatezza che ognuno di noi avrebbe voluto possedere, mentre la simpatia per marbizzone era solo dovuta al fatto di sfidare la “dittatura” dei regular. In altre parole, “non voglio essere come lui ma mi piace che faccia soffrire quei maledetti poker pro”.

Chi era marbizzone? Il mistero rimane

Ma chi era “marbizzone”? Al tempo si fecero diverse ipotesi, e in diversi pensavano che dietro a quel nick si celasse qualche forte regular calabrese come ad esempio Domenico Cordì. L’ipotesi però apparve senza troppo fondamento, e anzi era opinione abbastanza comune che si trattasse di un account in qualche modo condiviso. Non si spiegava altrimenti come, da un giocatore abituato a giocare i tornei e sit a buy-in medio-bassi e per giunta con un bilancio negativo, si potesse arrivare a uno giocatore di heads up cash game high stakes che mette paura ai più forti specialisti del .it.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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