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big blind

Giocare un torneo senza guardare le carte: l’esperimento ad un live pieno di indicazioni

L’autore di articoli e poker coach Carlos Welch, che collabora con PokerNews, ha condiviso alcuni spunti interessanti su come possa aiutare giocare un torneo senza guardare le carte e diventare un giocatore più concentrato e percettivo.

Lo spunto

Qualche tempo fa alle World Series Of Circuit (WSOPC), giocare nella Carolina del Nord, ho preso parte a un torneo da $125 di buy in senza guardare le carte. 

L’unica eccezione che mi son concesso è stata quella di guardare le carte ogni volta che un giocatore prima di me andava in all in. 

Lo spunto è stato ovviamente quello che tutti noi ci ricordiamo, il Sit & Go online da 180 giocatori vinto da Annette Obrestad con la differenza che qui il field era di 400 persone e, ovviamente, che si giocava live. 

Non giocare tante mani da Early Position

La prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella di giocare poche mani da EP, soprattutto perché ero alle prese con un torneo dal Buy In non impegnativo, durante il quale un’apertura dalle prime posizioni avrebbe scatenato una quantità infinita di call che mi avrebbero fatto giocare fuori posizione. 

Non ci sono molte mani che possano effettuare una Continuation Bet contro più di un avversario invischiato nella mano, cosa invece profittevole quando giochi contro un solo rivale e, magari, in posizione. 

Visto che, non vedendo le mie carte, sapevo già di dover foldare buona parte delle mani da early position, ho deciso di non giocarne nemmeno una. 

Lo stesso approccio conservativo dovrebbe essere usato nei tornei in cui posso vedere la mia mano, senza essere drastici, ma selezionando con accuratezza il range con cui farlo.

L’obiettivo in questi tornei, soprattutto in early stage, è quello di vincere interi stack alternati a qualche bluff, operazione difficilissima, se non impossibile, quando giochiamo fuori posizione. 

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Attaccare i limpers cappando il nostro range

In secondo luogo mi sono accorto che una buona parte di chips che vincevo, arrivavano dai limpers il cui range era abbastanza faceuppato, puntando molto su ciò che stiamo rappresentando, un gioco tight aggressive che entra nei piatto con una certa veemenza. 

La categoria dei limpers è facilmente battibile nel momento in cui il loro range di limp è quasi sempre formato da mani che non vogliono “rischiare” un raise, ma non sono così deboli da essere foldate, pensate a T-J, tutti i connector medio bassi, qualche asso piccolo, che non ottengono aiuti dal flop e foldano facile dopo le prime tre carte comuni. 

Con molta probabilità, dopo un call timido al flop, saranno docili al fold sulla nostra second barrell al turn. 

Se arriva invece un rilancio prima della nostra azione, la prassi è quella di passare la maggior parte delle volte, è difficile che in tornei di questo tipo troviamo l’occasionale che si inventi il bluff dell’anno. 

Sono stato in grado di exploitare il mio principale avversario in ben due occasioni, costruendo dei buoni piatti, senza mai guardare le mie carte. 

Pushare con una certa regolarità da Late Position

La caratteristica di un torneo a basso buy in è solitamente quella di avere una struttura molto aggressiva e prendendo le sembianze del giocatore molto tight, non è passato molto tempo prima che mi accorciassi, visto che foldavo buona parte delle mie mani. 

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Grazie al cielo, esattamente come pensavo che accadesse, i miei avversari rilanciavano le mani di valore, piuttosto inclini a limpare ciò che gli piaceva, ma non troppo. 

Questo significava che, se fossi riuscito ad arrivare sopra i 20x, avrei sfruttato questo tipo di situazione a mio vantaggio, facendo passare molte mani come Asso-5 suited e simili. 

Ho shovato il 100% delle mani nelle situazioni appena descritte

Quando il torneo ha cominciato a subire la pesantezza dei blinds, ho shovato praticamente il 100% delle mani nelle situazioni descritte in precedenza e non sarei sorpreso se esistesse una statistica (ovviamente non verificabile), che dimostrasse come in queste situazioni in un torneo a buy in ridotto, la mossa risultasse corretta dal 40 al 60% delle volte. 

Nei rari casi in cui l’action è arrivata a me in late position, ho sempre open-shovato i miei 15x da bottone e da cut-off, andando sempre a segno in steal. 

Se andiamo a dare uno sguardo alle tabelle di Nash, scopriremo che abbiamo equity del 30-40% nel caso di call corretti dei nostri avversari, ma siccome i call in questi tornei non sono sempre corretti,  possiamo pushare sereni anche più di quanto tale tabella ci consigli. 

Dato questo enunciato, mi sono reso conto che shovare il 100% delle mani da LP, in una situazione di questo tipo, poteva essere tutto fuorchè un errore. 

Non sarei sorpreso se scoprissi che pushare il 60/80% delle mani in questo scenario sfociasse in una strategia ottimale pur conoscendo le carte.

Conclusione. Il torneo senza guardare le carte

Consiglio a tutti i giocatori di provare a giocare un torneo dal basso buy in a carte coperte, per me è stata un’esperienza che ha aumentato il mio comfort percepito sulla base di buoni spot, invece che buoni punti.

Quando tutto ciò che devi fare è stare attento a informazioni diverse dalle tue carte coperte, presti molta attenzione alle letture sui giocatori, e la concentrazione e percezione degli eventi aumenterà a dismisura.

Dopo aver imparato bene la matematica di base del gioco, credo che questo sia il passaggio più indicativo per portare il vostro gioco a un livello superiore.

 

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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