Nella sua continua ricerca dell'eccellenza, Pokermagia ha trovato una nuova punta di diamante da affiancare alla sua già prestigiosa squadra di coach: parliamo di "kalashnikov", che a soli 22 anni si è affermato come forse il giocatore più vincente in Italia da quando è partito il cash game online, sebbene la sua storia cominci prima.
Raffaele ha infatti mosso i primi passi su quella che oggi si chiamerebbe GDpoker, partendo dai sit&go con un deposito da poche decine di euro e nessuna nozione di bankroll management, finendo però col perdere tutto.
Al secondo tentativo le cose andranno meglio, al punto che da lì comincerà per lui una scalata pressoché irresistibile: "Partendo dai sit&go dai 5 € sono arrivato fino a quelli da 50 €, per poi spostarmi su Sisal Poker, dove c'era la modalità 6-max che preferivo".
Arrivato ai più alti livelli in questo ambito, con tanto di Porsche a sancirne lo status di grinder d'elite, "kalashnikov" inizia a stancarsi della meccanicità che caratterizza questa disciplina: il cash game appena sbarcato è una prospettiva interessante e potenzialmente profittevole, ma lui non l'ha mai giocata prima, a differenza di altri. Decide quindi di correre ai ripari, affidandosi a Giacomo Loccarini: "Sapevo che per colmare in fretta il gap con gli altri giocatori dovevo affidarmi a dei coach già molto affermati, e così poi ho proseguito il percorso con Alfio Battisti, che è diventato anche un buon amico con cui mi confronto spesso. Il coaching è fondamentale per velocizzare il proprio apprendimento, ma al tempo stesso poi sta a te assimilare e mettere in pratica quanto insegnato".
Specialista dell'heads-up ma quotidianamente impegnato anche ai tavoli 6-max, Raffaele crede che queste due discipline siano profondamente diverse, più di quanto alcuni appassionati non possano credere: "Non so se si adatti meglio un giocatore di heads-up al gioco short handed o viceversa - mi spiega - di certo il testa a testa ti apre la mente ma un giocatore vincente in questa disciplina quando si approccia al 6-max ha a che fare con range molto diversi e dinamiche altrettanto differenti, quindi ad esempio non può intestardirsi a flattare le 3-bet fuori posizione con mani marginali solo perché crede di avere edge postflop".

A giudicare dai risultati che ha ottenuto (qui sopra il suo impressionante grafico luglio 2011-luglio 2012 su Sisal Poker, sotto il grafico dei profitti ottenuti su People's Poker nello stesso periodo), assolutamente da incorniciare, la sua transizione ha avuto pieno successo, ma anche per un vincente come Raffaele le giornate di gioco non sono sempre passeggiate di salute, un aspetto intrinseco in chi muove i propri passi quotidianamente nel poker online ma troppo spesso comunque sottovalutato: "E' facile guardare il grafico annuale di un giocatore vincente immaginandosi quanto sia bello, ma nessuno pensa a come ci si sente quando si chiude un mese pesantemente in rosso, o per un lungo periodo non si fa altro che pari. Per essere vincenti nel tempo occorrono una serie di doti che non tutti hanno, e gestire i periodi negativi in solitudine sapendo limitare le perdite è uno dei più complessi e sottostimati".
Per uscire vivi da questo pantano secondo "kalashnikov" esistono vari espedienti, che però si riconducono di base all'approccio che il giocatore ha con la partita stessa: "Al di là delle pure capacità tecniche, che pure fanno la differenza, quello che contraddistingue un giocatore vincente è la sua capacità di distaccarsi dai risultati nel breve periodo, senza appellarsi alla sfortuna e concentrandosi sul valore atteso delle proprie decisioni. In questo gioco non si possono vincere tutte le mani...".
Un buon professionista inoltre deve avere a che fare pure con la cosiddetta "real life", quel sistema di relazioni e affetti che devono essere preservati dalla volatilità dei risultati nel breve periodo: "E' importante che il proprio nervosismo o frustrazione per sessioni insoddisfacenti non si ripercuota sulle persone attorno a noi. Chiunque voglia fare il giocatore di poker deve lavorare costantemente sul proprio mindset, per quanto suoni banale, ma si tratta della prima cosa da correggere nel caso in cui si abbiano delle debolezze in quella direzione: il talento da solo non basta per vincere, bisogna sempre mettersi in discussione, analizzarsi in modo attivo e fare lo stesso col gioco avversario, non solo per sfruttarlo a proprio vantaggio ma anche per carpirne i segreti".
E se il poker sparisse, o diventasse non più profittevole, che fine farebbe "kalashnikov"? La risposta è già pronta: "Mi piace coltivare diversi interessi, ed essendo appassionato di economia mi piacerebbe creare delle start-up attraverso internet, oltre a gestire un portafoglio di investimenti che possa garantirmi un rendimento adeguato". Per ora ci pensa col poker online, e se solo un anno fa si rivolgeva ad uno dei coach di punta di PokerMagia adesso è lui stesso ad essere entrato in questa ristretta cerchia, e non certo perché ha imbracciato un fucile...