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Può la meditazione aiutare i giocatori di poker?

Ogni giocatore professionista sa bene che, per essere vincenti, la semplice preparazione tecnica non basta: servono costanza, determinazione e nervi saldi, ed anche per chi li ha la strada non sempre è in discesa.

Ecco che allora, per imparare a gestire al meglio le tensioni emotive che giornate di grinding a volte logoranti inevitabilmente comportano, c’è chi si affida alla meditazione. L’idea può far ridere, ma professionisti come Ben “Sauce123” Sulsky, Andrew “luckychewy” Lichtenberger o Martin “alexeymartov” Bradstreet la praticano regolarmente. E ne dicono un gran bene.

Se Justin Bonomo consiglia, a chi si voglia avvicinare a questa disciplina, il libro “8 Minute Meditation” scritto da Victor Davich, è proprio Bradstreet a parlare della sua esperienza, in modo da renderla comprensibile a chi sia scettico al riguardo o più semplicemente non sappia bene di cosa si tratti.

“Vi basterà provarla per una settimana dedicandole dieci minuti al giorno, e capirete subito perché faccia bene – esordisce – in sostanza è in grado di migliorare la tua abilità nel bloccare distrazioni, in modo da diventare consapevole di una serie di cose senza per questo concentrare su queste la propria attenzione”.

Lo statunitense immagina la situazione di meditazione classica, dove si rimane magari seduti ad occhi chiusi, in un ambiente silenzioso: “All’improvviso iniziate a pensare di dover pagare l’affitto – ipotizza – il miglior modo per bloccare questo pensiero è quello di diventarne consapevole lasciando che scivoli via“. Ma come si può applicare questo al poker?

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Martin ha pensato anche a questo: “Mentre state giocando vi rendete conto di star perdendo dieci buy-in, pensate che dovete pagare l’affitto e di come queste difficoltà economiche si stiano accumulando, ma non potete abbandonare la partita. Se avete esperienza di meditazione, dovreste essere capaci di far scorrere via questi pensieri esattamente come sono arrivati”.

Ecco quindi a cosa serve, quel genere di esercizio: “Quando meditate state imparando a far andar via questo genere di idee senza riconoscerle, e nella situazione meno stressante possibile, ovvero con gli occhi chiusi o magari distesi. In questo modo, quando la stessa situazione si ripete in un contesto maggiormente stressante potrete adottare lo stesso approccio“.

Come tutte le cose serviranno pratica e costanza per averne dei benefici: di certo, l’ipotesi sembra interessante, e se davvero fosse efficace in fondo perché non provare?

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