L’aggressività è tutto nei sit’n’go, ma alcune volte non è possibile dettare il gioco ma soltanto decidere se subire o meno l’iniziativa di un altro avversario. Immaginate di essere sul big-blind e che un vostro opponent, ormai rimasto corto, vada all in con le sue ultime chips. Vi troverete ad un bivio e con una scelta da fare tra due sole possibili opzioni: call o fold. Cosa bisogna soppesare affinché la vostra valutazione sia la migliore?
Gli elementi non sono tanti, anzi essenzialmente due: innanzitutto, osservate le due carte chi vi sono state distribuite. Se avete una discreta mano, la scelta si semplifica di molto. Se, invece, vi è toccata una starting-hand così così, basatevi sulle pot-odds. Molti non ci guardano nemmeno a questo indicatore quando devono decidere se chiamare uno short-stack in allin. Basta un ragionamento del tipo : “E’ andato allin, sicuramente avrà qualcosa di buono” per buttare via una mano come ad esempio un T-8 suited.
Sappiate che questa è la cosa più sbagliata che si possa fare. Anche se, come detto prima , avete proprio T-8 a fiori potreste sì partire sfavoriti ma magari le odds sono quelle giuste per fare il call.
Ma quali sono queste giuste odds per andare a vedere? Non è facile rispondere a questa domanda, visto che non si può sapere a priori quali siano le 2 hole-card dell’avversario. Di base, comunque, se ricevete pot-odds di 2-1 (o meglio) la chiamata è quasi sempre corretta. Cioè, a meno che non vi troviate di fronte uno dei giocatori più tight del pianeta terra, ve la giocherete bene contro il suo range.
Ricordate sempre, infatti, che nelle situazioni finali di un sit’n’go gli short-stack hanno poco tempo per fare l’ultimo tentativo di rientrare in partita. Quindi spingeranno con un ventaglio di mani piuttosto ampio. Non solo quindi le premium AA,AK, JJ ecc, ma anche coppie basse (22-44), connectors (8-9, 5-6), 1-gappers (T-8) e in taluni casi anche trash-hand come può essere un 5-3 offsuit.
Due carte spaiate non sono mai stra-favorite contro altre due carte diverse e non accoppiate. Vediamo qualche esempio di esito tra scontri di due random hand:
A-K contro 9-8 -> 9-8 vincerà il 36% delle volte
A-Q contro J-Ts > J-Ts vincerà il 41% delle volte
44 contro T-9> T-9 vincerà il 50.3% delle volte
A-T contro 4-7> 4-7 vincerà il 35% delle volte
A-T contro T-8> T-8 vincerà il 27.5% delle volte
Come potete vedere, le uniche volte che sarete davvero sfavoriti sarà quando imbroccherete mani che vi dominano come il caso di A-T contro T-8. Nelle altre occasioni, avrete una possibilità di vittoria stimabile tra il 35 e il 40%. Questo significa commettere un grosso errore se, con pot odds di 2-1 o meglio, passerete mani al 40%. Tanto per capire meglio: immaginate di potere scommettere su un lancio della moneta. Sapendo che il 40% delle volte esce testa e il 60% croce e che vi paghino 2-1 per ogni testa che esce, diventereste ricchi entro la fine della giornata. Nel poker funziona allo stesso modo, perché rinunciarvi?
Vediamo un esempio pratico:
Bui 100/200. Siete sul big-blind con uno stack di 6000. Lo small-blind dopo aver messo il buio rimane con 500 chips. Inoltre c’è un ante di 25 e siete ad un tavolo da dieci persone. Tutti passano e lo sb mette dentro le ultime chips per un totale di 600. Voi avete T-7s. Chiamate? Faccio un po’ di conti elementari: SB è allin per 600. E voi avete messo 200 e il totale delle ante è 250. Il piatto complessivamente ammonta a 1050. Dovete aggiungere 400 per vincere 1050. Quindi pot-odds per circa 3 - 1. Fate call? Assolutamente. Anzi, questo è un call quasi ATC (any two cards, ndr). Se giocate parecchio già sapete che queste situazioni capitano molte volte. E’ meglio quindi che sappiate come ragionare affinché la vostra sia la risposta ottimale.