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Raptor517: 'Ivey, Dwan e Antonius sono tutti un po' malati'

David Benefield, piuttosto restio a partecipare ai torneiDavid "raptor517" Benefield è un personaggio estremamente interessante, oltre che un giocatore che a dispetto della giovane età può a ragione essere considerato uno dei veterani del cash game high stakes, dove è protagonista ormai da anni.

Per la verità negli ultimi tempi il poker non ha occupato un enorme spazio nella sua vita, in parte a causa del Black Friday in parte per via di un vecchio desiderio, quello di laurearsi alla Columbia University di New York.

Come già dichiarato lo scorso anno, David ha trascorso l'estate a Pechino con l'intento di imparare il cinese mandarino, seguendo un corso intensivo per un paio di mesi e quindi recandosi a Macao per distrarsi un po': "Ci sono partite buone ed altre molto meno - ha recentemente dichiarato in un'intervista ad highstakesdb.com - ma purtroppo per gli stranieri è quasi impossibile avere accesso alle migliori".

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Da poco è anche tornato a cimentarsi con il poker online, lui che ormai da anni si è specializzato nell'heads-up Pot Limit Omaha, visto che a suo dire non ama foldare: "Qualche giorno fa un mio amico mi ha girato 2.000 dollari, e in cinque ore di gioco sono diventati 40.000. Non mi piace fare grossi depositi per poi finire male agli high stakes, crearsi un bankroll a partire da piccole cifre è sempre piacevole".

David sa bene di essersi arrugginito ultimamente, e quindi non ha alcuna intenzione di fare il passo più lungo della gamba. Tuttavia, questo non significa che giochi a limiti insignificanti: "Sarei molto felice di giocare sempre da quattro a sei tavoli di heads-up Pot Limit Omaha $25/$50. A questi livelli sarei disposto a giocare contro chiunque, più in alto no".

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Benefield rivela di essere abituato a tenere poco denaro nel proprio account, e di trovare molto stressante giocare ad altissimi livelli con tutti i downswing annessi: "Giocatori come Ivey, Dwan e Antonius credo siano tutti un po' malati. Fanno grosse scommesse, giocano a livelli inarrivabili, sembra che non gli importi molto di perdere e io non ho idea di come facciano".

Secondo David si tratta di casi rari, e conoscendolo da anni lo statunitense crede che anche un professionista come Phil Galfond non abbia questo genere di insensibilità: "Credo che perdere grosse somme lo rattristi, come succede ad ognuno di noi, non lo raggrupperei assieme agli altri". Eppure entrambi, per ragioni evidenti, ai nostri occhi non possono che apparire come eccezioni.

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