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Strategia cash game: guida ai micro stakes (7° parte)

Un buon giocatore non ha tentazioni di fronte a questa immagine dopo una bad beat...In questo appuntamento con la guida per il cash game giocato ai micro stakes, redatta dall’utente di 2+2sircuddles“, l’inglese si sofferma su due aspetti non tecnici ma quanto mai essenziali, in particolar modo per i principianti: la gestione del tilt e quella del bankroll.

L’autore lo fa usando una buona dose di ironia, senza che questa sia molto lontana dal vero: “Per la maggior parte delle persone – scrive – ci vorrà del tempo prima che, dopo che un avversario scarso ha centrato i suoi due out sottraendogli un intero stack, non provi la tentazione di prendere a pugni un gattino. Questo è normale, e dovrete imparare a riconoscere e gestire questo genere di sensazioni, prima che queste diventino un problema quando non addirittura il vostro peggior nemico”.

Nonostante l’autore sottolinei come non si tratti di un percorso semplice, e che in qualche modo alcune persone siano caratterialmente più agevolate in questo rispetto ad altre, “sircuddles” descrive quella che dovrebbe essere in questo senso la meta verso cui tendere: “Proverete una sensazione fantastica, quando un giocatore pessimo chiude un punto runner runner capace di battervi, e voi vi scoprirete capaci di sorridere, scrollare le spalle e continuare a giocare come se niente fosse. Questo dev’essere il vostro obiettivo“.

Quello nella foto non è un bankroll...Ma certamente tagliare questo traguardo può diventare molto più complicato, nel caso in cui ci si trovi a giocare somme di denaro che in qualche modo ci “coinvolgano” troppo a livello emotivo: “Ammettiamo che stiate giocando al NL5, e che il vostro bankroll sia pari a 50 dollari. Finite con una coppia di re all-in preflop contro un avversario che ha una coppia d’assi, ed ecco che in una mano assolutamente standard vi trovate a perdere il dieci percento del vostro capitale, pur senza che dobbiate rimproverarvi di niente”.

Quando si giocano i micro stakes è abbastanza comune non avere molto denaro da potere o voler investire nel poker, tuttavia chi voglia con regolarità giocare a qualsiasi variante – quindi compreso anche il cash game – deve considerare il bankroll come qualcosa di imprescindibile: anche se questi livelli sono piuttosto semplici, giocare con meno di 50 buy-in è in ogni caso sconsigliabile.

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Diversamente, il normale andamento di una sessione negativa può influire in malo modo sul vostro gioco e sui suoi risultati, senza contare che probabilmente trasferirete questo cattivo umore anche ad altre sfere della vostra vita: un altro aspetto che un solido bankroll e quindi un sereno distacco da somme eventualmente perse certamente vi fa evitare.

L’unico modo per raggiungere questo obiettivo è certamente la pratica: più si gioca, più si subiscono bad beat e più queste diventano trascurabili, rendendovi col tempo giocatori capaci di avere un mindset sempre più vicino a quello ideale per un giocatore di poker, professionista o amatoriale che sia.

Traduzione di Piero “Pierelfo” Pelosi.

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