Vincent van der Fluit è un torneista olandese vincente tanto nei tornei di poker online che dal vivo: per questo, quando critica una giocata, c'è sempre qualcosa da imparare.
In particolare, "Vingtcent" - questo il suo nickname su PokerStars - ha commentato il raise all-in preflop ad un tavolo finale da parte di un giocatore di tornei, giudicandolo terribile sotto più punti di vista.
La situazione è questa: siamo sullo small blind con 19 big blinds ed in mano 7 6 . Nel torneo sono rimasti 12 giocatori.
Al tavolo ci sono così altri cinque player, con stack compresi fra i 16 ed i 76 big blinds, mentre la media è di 34 big blinds.
Dopo all fold il bottone - che ha 27 big blinds ed è un 18/14 su 153 mani - apre x2, e noi rilanciamo all-in, venendo chiamati e perdendo contro a j . Al di là dell'esito, come sempre irrilevanti al fine di giudicare la bontà di una giocata, secondo van der Fluit la scelta di rilanciare all-in in questa situazione e con quella mano è terribile.
"Non posso darti 'uno' come voto solo perché la tua mano è un po' meglio di 72 off - spiega - ma pushare qui in termini di ICM è assurdo, perché anche se sono convinto apra con un range ampio non puoi comunque rilanciare profittevolmente all-in con molte mani, perché lui può chiamare piuttosto light".
Il giocatore invita a riflettere sulle implicazioni legate anche per quanto riguarda le prossime mani, e non soltanto quella in corso. "Ammettiamo che foldi, e che nella prossima orbita spilliate a j , lui apra con un range più chiuso e voi rilanciate all-in, con lui che chiama con coppia di tre perché state pushando spesso". In altre parole, non solo facciamo un push ad alto rischio, ma che rischia di ridurre anche la nostra fold equity futura.
Secondo lui, un range più o meno corretto per un'azione simile assomiglierebbe più a qualcosa come le coppie dal cinque in su, tutti gli assi suited, ATo+, T9s+ e QJo+. Per una mano come 76 off insomma, sembra proprio non esserci spazio.