"Osserva attentamente, Rosemary. Cerca di analizzare la prossima giocata per me."
Le mia parole furono inghiottite dal chiasso di quelle voci stridenti, dal rumore delle fiches e dalle risate che riecheggiavano nel grande salone. Persino il direttore di sala si era arreso a quella massa di giocatori contagiati dalla febbre del poker. L’elegante Eldorado Club di Gardena, quella sera, brulicava di persone e sembrava che tutti si stessero divertendo.
“Non riesco a sentirti!” gridò la ragazza.
“La prossima mano… Presta attenzione alla prossima mano. Tieni a mente tutto quello che hai imparato fino ad ora e cerca di interpretare le carte dei giocatori osservando il loro modo di comportarsi.”
“Okay. Questo tavolo qui, giusto?”
Indicò un tavolo poco distante dove si stava giocando il poker a cinque carte coperte con limiti bassi. Feci cenno di sì con la testa.
Le carte furono distribuite maldestramente da una signora sulla sessantina la quale si scusò più di una volta della sua goffagine.
“Cosa puoi dirmi di quella signora che ha distribuito le carte?” domandai.
“Direi che non ci capisce molto di poker.”
“Hai assolutamente ragione. Ti aspetteresti un bluff da parte sua?”
“No, sembra troppo impacciata e nervosa.”
“Esatto. E c’è anche un’altra ragione molto importante,” spiegai.
“Ha paura che gli altri giocatori possano disprezzarla per la sua inesperienza. Non rischierebbe mai di far innervosire qualcuno tentando un bluff.”
“Il tipo che ha appena aperto mi è sembrato debole!” disse Rosemary.
“Ha lanciato le chips con troppa enfasi. Secondo me ha una coppia di fanti o di regine, tu che dici?”
“Assolutamente. Sei molto sveglia.”
Un ragazzo sui trent’anni alla sinistra dell’apertura fece per rilanciare, ma si limitò a coprire la puntata. Era senza dubbio un teatro. Separò una carta dalla restanti quattro che teneva custodite con la mano sinistra.
“Cosa pensi che abbia il ragazzo?” chiesi.
“Doppia coppia, oppure va a scala o colore. Cambierà una carta.”
“Doppia coppia, e bassa per giunta” dissi. “Ha fatto finta di rilanciare per scoraggiare eventuali altri rilanci. Se stesse andando a colore o scala, non avrebbe tentato di spaventare altri giocatori dal prendere parte alla mano.”
Il tipo che aveva aperto cambiò tre carte e fece check al buio. Il trentenne cambiò una carta, la guardò e immediatamente portò la mano sulle proprie chips e puntò, facendo spallucce.
“Ha chiuso il full, no?”
“Esatto,” risposi “E sappiamo che ha chiuso un full basso.”
Colui che aveva aperto guardò con calma le sue carte, la prima, la seconda e infine la terza. Scosse la testa deluso. Nei suoi occhi la disperazione. Poi, con molta calma, rilanciò. Un altro teatrino.
"Ha chiuso il full anche lui! Sarà sicuramente più alto!” annunciò Rosemary, tirandomi la maglietta per essere sicura che l’ avessi sentita. Ormai era una giocatrice vincente grazie ai miei insegnamenti. Era diventata un’artista.
“Potrebbe avere addirittura poker di fanti o regine, non te lo dimenticare.
” Quando i due giocatori scoprirono le loro carte, gli occhi di Rosemary si illuminarono. Il giocatore che aveva aperto mostrò full di fanti con i sette mentre il trentenne mostrò un full di cinque con due sei.
“E’ magia…” disse Rosemary.
Tratto da “Super System” di Doyle Brunson – Mike Caro’s Draw Poker Section.
Ancor prima dell’esplosione mediatica del poker, lui era una celebrità. Un genio, lo definavano in molti. Il genio pazzo del poker per l’esattezza ( The Mad Genius of Poker, Crazy Mike ).
E’ considerato da tutti una delle più grosse autorità in materia di strategia al tavolo verde, psicologia e statistica. E’ stato autore di oltre sette libri in materia di scommesse e poker tra i quali il più famoso è sicuramente Mike Caro’s Book of Tells, considerato una vera e propria bibbia per coloro i quali vogliono approfondire la lettura dei propri avversari basandosi sui semplici meccanismi di osservazione dei movimenti del corpo e della psicologia umana.
Nato il 16 Maggio del 1944, Mike Caro è considerato uno dei più grandi giocatori professionisti di poker del circuito americano. Doyle Brunson lo definisce il più grande giocatore vivente di 5 Card Draw. Con l’avvento del poker televisivo, Mike Caro ha preferito allontanarsi dai riflettori per dedicarsi più esclusivamente allo studio dei vari aspetti matematici e psicologici determinanti del poker. E’ stato protagonista di numerosi programmi televisivi e radiofonici in Las Vegas nonché scrittore di numerosi articoli pubblicati su riviste scientifiche e di settore.
Nel 1984, durante le World Series of Poker, presenta il primo computer programmato per giocare a poker: l’ORAC ( CARO scritto al contrario ).
Molti dei professionisti presenti all’evento furono sorpresi dell’ ottimo livello di gioco della macchina. Tra le varie iniziative che lo vedono protagonista studioso e ricercatore di poker, inteso come scienza matematica, tra le più illustri c’è l’istituzione della prima università di poker al mondo.
Con sede a Los Angeles, la MCU ( Mike Caro University ) si prefigge lo scopo di creare qualcosa di unico nel suo genere: la formazione di professionisti del tavolo verde. Lezioni personali e di gruppo con i più esperti formano i giocatori su tutti gli aspetti matematici e psicologici più difficili, distinguendo un giocatore occasionale da un professionista di alto livello.
Sul sito www.poker1.com si possono trovare maggiori informazioni sui corsi e sull’università, oltre ad una seria di articoli di strategia totalmente gratuiti insieme a video, file audio e test per migliorare il proprio livello di apprendimento. Un vero e proprio progetto, insomma, a intendere il poker non come gioco d’azzardo, ma come scienza profonda e difficile nella quale applicarsi con disciplina e studio accurato.