Sam, Samy o Sammy Farha, e' sempre del grandissimo ed unico giocatore di poker che parliamo. Aggressivo, intimidatorio, astuto … sono parole che lo descrivono perfettamente, forse pero' quella piu' azzeccata e' “Gambler”: Sam scommetterebbe su qualsiasi cosa, basti ricordare come cominciò la sua carriera.
Nato nel 1959 a Beirut, in Libano, il Paese che una volta era considerato la Svizzera del Medio Oriente. Ogni occasione era buona per fare una scommessa e fin da giovane cominciò a puntare sulle partite di flipper, di Pac-man e biliardo. La leggenda dice che una volta scommise 5,000$ su una partita di PacMan e vinse.
Purtroppo negli anni successivi la tensione politica in Libano cominciò a diventare alta, finché nel lontano 1977 scoppiò la guerra civile. Tanti Libanesi espatriarono e la famiglia Farha era uno di queste. Di certo con il suo talento non poteva rimanere intrappolato in quella lunghissima guerra. Le mete possibili erano tantissime, in quanto i Libanesi sono di cultura mista: il paese era sotto mandato francese e la maggior parte della popolazione parla almeno 3 lingue (Arabo, Francese, Inglese). La famiglia Farha scelse gli Stati Uniti d’America.
Sam frequentò l’università del Kansas, dove si laureò in Economia e Amministrazione, ed alla fine dei suoi studi si trasferì in Texas dove cominciò a lavorare con suo fratello. Il giovane Sam cambiò diversi lavori prima di trovare la sua vera vocazione: il Poker. Cominciò con amici e partite da pochi dollari, ma con una persona del calibro di Sam non ci volle molto prima di diventare un frequentatore regolare di Las Vegas.
Racconta che è da tutta la vita che ama i giochi ed in particolare le carte. Il suo primo incontro con il poker fu ad un Capodanno nel 1988 o 1989, e come vuole la tradizione libanese si gioca a carte per vedere quanta fortuna si avrà l’anno seguente. Uno degli amici di Sam gli fece provare il Poker a cui non aveva mai giocato prima, e gli piacque davvero molto. A questo puntò Sam pensò : “Potrei fare dei soldi con questo gioco, voglio impararlo meglio“. Continuò ad invitare gli amici per fare pratica e quando si sentì abbastanza forte cominciò a giocare nei club privati di Houston.
L’anno di svolta fu il 1990 quando Sam decise che avrebbe puntato sulla sua carriera da professionista di Poker. Scommessa che ovviamente vinse.
Iniziò con tavoli moderati e si guadagnò la reputazione di un giocatore con cui è molto difficile misurarsi. Nel 1996 vinse l’evento Pot-Limit Omaha delle WSOP conquistandosi il suo primo braccialetto e portando a casa 146.000$, arrivò poi terzo nel 2002 vincendo 48.140$.
Ma il guadagno più importante ai tornei lo fece con il secondo posto del 2003 al WSOP vincendo la somma di 1.300.000 $. Quell’anno vinse le WSOP un certo Chris Moneymaker …
Tra gli ultimi risultati importanti il suo primo posto alle WSOP nel 2006 all’evento Omaha H/L (buy in 5,000$ dove vinse 398.000$) che gli regala il suo secondo braccialetto. Il totale delle sue vincite ai tornei è stimato intorno ai 2,000.000 $.
E' però il cash game a rappresentare per Sam “il miglior modo di usare i soldi, quello con il miglior ritorno”. C'è anche da dire che al tempo i tornei non erano cosi popolari. Quando ha la possibilità di scegliere, Sam preferisce il gioco Pot Limit. Dice che il suo scopo è andare a casa con i soldi in tasca. Gioca in un modo imprevedibile, spesso conta sulla sua capacità di sopraffare mentalmente l’avversario. Lo si vede spesso con la sigaretta in un angolo della bocca, ma ciò che forse non sapete è che Sam non fuma, ma lo fa perché è superstizioso è stato paragonato nel look ad Humphrey Bogart, infatti lui stesso ne ride e afferma che in una rivista dove ha concesso un intervista misero la sua foto vicino a quella del popolare divo di "Casablanca".
Racconta ai giornalisti una storia divertente sulla sua sigaretta durante le WSOP del 2003. Il Main Event durava 5 giorni e, il giorno precedente alla finale, lasciò la sua sigaretta nella camera del Bellagio ma il gioco si svolgeva al Horseshoe. Lui lo disse a Necky Benhen che gli propose di mandare subito qualcuno a prenderla con una limousine. Becky Behnen era la proprietaria del Horseshoe, nata in una famiglia di giocatori. Farha pensò “Ma come? Una limousine che và dal Bellagio al Horseshoe per portare una sigaretta?". Disse di no, che avrebbe cercato una sigaretta uguale, "Era una Marlboro Light, sempre una Marlboro Light."
Sul sito di Barry Greenstein si narra che alla fine del Day 2 di quelle WSOP del 2003, Sam si alzò dal tavolo... gli erano rimaste solo 5.000 chips (quando la media era di 80.000), disse che ormai era out. Barry gli rispose: "Sammy siediti e provaci". Sammy andò all in al buio nelle successive due mani e ogni volta raddoppiò. Lo fece almeno per sette volte, chiuse il Day 2 con 58.000 chips e alla fine.... arrivò secondo!
Attualmente risiede in Texas a Houston, godendosi i frutti del suo gioco e passa circa 4 mesi dell’anno a Las Vegas.