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Quando Frankie Dettori vinse 7 gare in un giorno e gettò il betting inglese nell'anarchia: la storia dell'allibratore rovinato

La vittoria del Leicester in Premier ha rappresentato senza dubbio uno dei momenti più bui per il betting britannico, ma non è stato l'unico episodio negativo per il banco.

UNDERDOGS BUSINESS PER IL BANCO!

Come vi abbiamo spiegato, in genere gli allibratori temono soprattutto i favoriti, visto gli alti volumi che attirano, per questo molto spesso le quote sono schiacciate verso il basso e non offrono valore, semmai il contrario.

Al contrario quando vince un underdog, è festa grande per le compagnie di scommesse nonostante le quote siano alte. Il motivo è semplice, in pochi in genere, puntano sulle squadre sfavorite.

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Frankie Dettori il giorno del trionfo ad Ascot

Ma il Leicester rappresenta un'eccezione, visto che da parte dei quotisti sono state commesse ingenuità pazzesche (come accettare gioco ad ottobre con quota 2.000 a 1, quando il banco era già esposto) ed hanno consentito ad un centinaio di scommettitori di vincere milioni di sterline.

Vi immaginate se un favorito riesce a compiere un'impresa impossibile cosa può succedere? Il banco trema.

DA RANIERI A DETTORI: GLI ITALIANI CREANO L’ANARCHIA

Bene è capitato 20 anni fa, quando l'idolo assoluto dell'ippica inglese, il fantino italiano Frankie Dettori riuscì a vincere ad Ascot 7 corse in un solo giorno. E’ destino di noi italiani (pensiamo a Ranieri in questi giorni), creare scompiglio tra i bookmakers.

Il 28 settembre 1996 rimarrà una data storica per l'ippica mondiale in uno dei suoi templi: Ascot. Lanfranco Dettori, detto Frankie, è oramai una leggenda in Gran Bretagna: figlio d'arte del grande fantino sardo Gianfranco Dettori, da quel giorno è diventato l'uomo che gettò in betting inglese nell’anarchia.

L'impresa di Frankie fu incredibile considerando che riuscì a battere per 7 volte field tra i più duri d'Inghilterra, in una delle competizioni più prestigiose e difficili.

Molti punters della domenica avevano piazzato scommesse multiple, la classica schedina nel calcio, l'accumulator in Inghilterra.

I sistemoni sono le bets più amate dai bookmakers perché le probabilità da parte dello scommettitore di vincere sono assurde (oltre alla commissione che trattiene il banco per questo tipo di puntata) e nel lungo periodo il banco vince sempre (per via delle probabilità). Ma se accade l’impossibile, tutto il sistema rischia di implodere.

Nella storia dell'ippica inglese solo Gordon Richards era riuscito a vincere 6 corse in un giorno e ben 12 consecutive nell'arco di tre, ma le difficoltà di Dettori erano molto più elevate.

Lo stesso Frankie, alla vigilia di quel giorno glorioso, pronosticò: "Potrei avere una possibilità di vincere nella prima corsa e forse nella terza".

STORIE ASSURDE

I trionfi di Dettori si incrociano con i destini di centinaia di scommettitori, come Mary Bolton che ricevette in regalo (per il suo anniversario di matrimonio) dal marito una schedina da 5 pounds accettata da Ladbrokes. Il classico accumulator sulle 7 vittorie di Dettori.

Un disabile compilò una multipla da 50 centesimi sulle prime 6 gare prima di cambiare idea e stracciare il coupon. Una parrucchiera invece giocò le 7 vittorie in scommesse singole e vinse solo 19 sterline invece di oltre 12.000 se avesse combinato le bets.

I BOOKIES TREMARONO

Dopo la quarta corsa, le catene di agenzie di scommesse si resero conto di essere terribilmente esposte ed iniziarono a sudare freddo. Ai risk manager tremavano le mani prima che lo tsunami italiano si abbatté su di loro.

Quando Frankie condusse Lochangel a vincere la sesta gara, ogni sterlina scommessa in multipla valeva 8.365,50.

Al mattino le quote sulla settima corsa, davano l'italiano vincente 12 a 1. Gli scommettitori impazzirono, molti giocarono contro Dettori ritenendo impossibile la vittoria nella settima corsa ma si fecero male. I bookmakers corsero al riparo (ma era troppo tardi per le scommesse multiple) e pochi minuti prima dello start le odds erano crollate: 2 a 1. E puntualmente arrivò la settima vittoria.

IL PICCOLO ALLIBRATORE

Barry Dennis era un piccolo bookmaker: possedeva un negozio all'interno dell'ippodromo. Nel corso degli ultimi 30 anni, la perdita più alta rimediata in un singolo giorno era stata di 5.000 sterline.

Il 26 settembre 2006 decise di bancare Dettori nella settima corsa per 23.000 pounds. "Non sono pentito di quello che ho fatto, era la cosa giusta". Il suo staff rimase pietrificato in silenzio quando l'italiano tagliò il traguardo. L'allibratore si recò a casa e si lasciò cadere su una sedia singhiozzando davanti alla moglie.

Royal Ascot
Un'immagine d'archivio di quel giorno storico

LADBROKES: MEZZO MILIONE ANDO’ IN FUMO

La salvezza di Ladbrokes, il più grosso book inglese, fu quella di accettare per ogni evento un payout massimo di 500.000 pounds. Persero così mezzo milione limitando i danni. Ma non tutti seguirono delle regole per tutelarsi. Un altro book bruciò su Dettori 900.000£.

Dal momento in cui Fujiyama Crest (il settimo cavallo) superò il palo, si fermò l'orologio in parecchie agenzie di scommesse di Londra.

IL BOOK ROVINATO

Gary Wiltshire, titolare di alcuni betting shops, divenne quel giorno una carcassa d'uomo per colpa di Dettori (usiamo questo linguaggio forte per farvi capire che nellee scommesse non si scherza e bisogna sempre puntare o bancare con grandissima responsabilità, seguendo un bankroll managment rigoroso): perse 800.000 sterline.

Quando l'italiano completò la sua settima opera d'arte, cambiò la vita di Wiltshire. Ammise che preso dallo shock, andò a Milton Key per assistere alle corse dei levrieri: “alla prima vinsi un pounds”. Era iniziato il suo lungo viaggio di ritorno.

L'uomo aveva fatto una fortuna proprio con le scommesse ed aveva creato una sua catena di betting shops. Ha dovuto cedere casa e tutte le automobili. Lavorò ogni giorno, arrivando anche a vendere carta natalizia a Oxford Street. E' riuscito a onorare tutti i debiti e nonostante l'esperienza negativa ha giurato: "rifarei tutto quel giorno".

La sua storia dimostra come nelle scommesse sia necessaria disciplina e senso di responsabilità anche (soprattutto) dalla parte del banco.

L’IMPRENDITORE FORTUNATO

Per Darren Yates, al contrario, quel giorno fu una svolta inattesa. Possedeva una falegnameria a Morecombe (Lancashire) ma era caduto in disgrazia, la sua attività stentava a decollare ed era in crisi finanziaria anche a causa delle scommesse.

Sua moglie gli proibì di continuare a puntare in modo compulsivo su Dettori. Yates però non ascoltò i consigli della moglie quel giorno e di nascosto puntò 67 sterline su diverse scommesse combinate su Dettori.

Fu per lui un giorno molto particolare. Yates giocò a calcio (faceva il difensore centrale) per la squadra locale e dopo aver passato gran parte del pomeriggio nel pub, scoprì che Dettori aveva vinto la sua quarta gara. La sera realizzò di aver in cassa 550.000 pounds. La settimana precedente aveva guadagnato solo 300 sterline e una banca gli aveva negato un prestito per la sua attività. Era costretto a licenziare 6 suoi dipendenti ma Dettori ed il destino lo baciarono in fronte.

Il fantino italiano quel giorno gli permise di svoltare: il fatturato della sua azienda raddoppiò e riuscì anche a comprarsi una casa nuova. Un’eccezione fortunata, ma fate attenzione perché nel betting l’imprevedibilità è la regola, non c’è nulla di scontato.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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