A volte, quando tutto sembra andare storto, iniziamo a farci domande sul nostro modo di giocare. Molto spesso e' solo una brutta mano che ci porta a riguardare il nostro punto di vista, ma io, che non do troppa importanza alla fortuna, quando le cose non vanno bene, cerco sempre di riconsidereare la mie teorie.
Per esser più specifico, non sono molto contento dei risultati che ho ottenuto negli ultimi tornei no limit holdem con grossa iscrizione.
Dopo una breve introspezione, allora, ho deciso di dover cercare un nuovo approccio. Questo è uno degli aspetti più interessanti del gioco No-Limit Hold’em, puoi progettare un piano di attacco ancora prima di aver visto la tua prima mano e puoi cambiarlo di giorno in giorno, anzi di mano in mano! Invece nella maggior parte dei limit-games, le mani si giocano da sole, perché qui non vi è molto spazio per la creatività.
Questa, invece, è la caratteristica dei No-Limit Games e se non la pensate così, significa allora che non vi siete ancora buttati abbastanza nel gioco. La guerra psicologica inizia ancor prima di sedersi. ”Chi c’è al mio tavolo? Vediamo un po’… hmm… conosco la maggior parte di questi ragazzi e tutti si aspettano ch’io giochi superveloce e che rilanci molte mani. E’ come se dovessi fargli qualche tiro mancino e piazzare qualche trappola esplosiva”. Questo è solo un semplice e scontato esempio di come prepararsi ad un torneo.
Comunque, io stavo seduto lì, pensando di aver perso troppo tempo nelle aperture delle danze (giocando troppe mani marginali) e che questo mi stava causando un’uscita prematura. E’ andata così, guardavo giocatori come John Juanda e T.J. Cloutier, e questi giocavano chiusi. Poi son passati alla vecchia tecnica di rubare qualche piatto qua e là. E’ difficile attaccare la loro strategia, visti i risultati, così ho pensato di provarla anch’io.
Subito ho capito di non essere T.J. Cloutier, nè tanto meno John Juanda. Il loro stile di gioco diminuisce la mia forza e tira fuori le mie debolezze (e non era esattamente la combinazione che cercavo). Mi ci sono voluti tre tornei per scaricare quella idea e per correre ai ripari. Semplicemente, quello non era il mio stile.
Dopotutto, non esiste nessun metodo preciso per giocare No-Limit Hold’em. Giocatori del calibro di Layne Flack, Phil Ivey, Gus Hansen e Dave “Devilfish" Ulliott non giocano per niente come T.J. o Juanda, eppure hanno avuto grande successo al gioco con i propri stili.
Quindi, dopo aver analizzato e ultranalizzato il mio metodo di gioco e quello degli altri, sono arrivato alla conclusione che la causa dei miei risultati sotto la media in questi tornei, è dovuta a due fattori:
-Sfortuna. Non preoccupatevi, non vi sottoporrò a storie noiose su come ho perso un poker contro poker o cose del genere. Comunque, la verità è che la fortuna, specialmente nei tornei, gioca un ruolo più importante di quanto la gente possa pensare. Un piatto cruciale di solito si trova in quei tornei dove, statisticamente, il risultato è vicino a quello del lancio di una moneta (una coppia contro due overcards). Vincere queste mani, ha un grosso impatto sull’esito finale del torneo. E’ ovvio che si cerchi di evitare situazioni così rischiose, ma spesso non si avrà scelta. I momenti duri da affrontare ci saranno quando perderemo la maggior parte di questi "coin flips". Purtroppo, questo, fa parte del gioco.
Il vero problema di quelle dure sconfitte è ciò che queste lasciano in eredità. A meno che tu non sia completamente privo di emozioni (e secondo me sarebbe un triste modo di vivere) la sfortuna può intaccare seriamente la tua autostima, che a sua volta può condurre a scelte sbagliate. Se tu pensi costantemente: “Oh no, di nuovo, io ho una coppia di re e questo ragazzo mi contro rilancia. Per come sta andando sicuramente lui ha una coppia d’assi, e se non è cosi, allora forse me li cracca, come sempre”, allora sei nei guai. Se hai abbastanza esperienza nel poker, è molto probabile che tu abbia vissuto un periodo in cui pensavi che avresti perso (e probabilmente poi è successo).
Quindi, cosa fare in questa circostanza? Esiste da qualche parte un tè alle erbe capace di far pensare nel modo giusto? Non che io sappia, ma se conoscete un qualsiasi rimedio contro le puntate-sbagliate, fatemelo sapere! Bene, senza alcuna pozione magica a disposizione, bisogna semplicemente prendere una decisione saggia che ti permetta di concentrarti il più possibile su ogni mano della partita e di allontanare qualsiasi preoccupazioni su cose al di fuori dal tuo controllo!
-Scelte sbagliate. Queste, ovviamente, sono la diretta conseguenza di situazioni sbagliate. Mentre vai in confusione a causa della negatività prodotta dalla sfortuna, la tua energia mentale non si concentra più nel posto giusto. Se, anziché pensare ai reali dettagli della mano, ti ossessioni con il fatto che hai perso sei mani di fila pur avendo assi, questo può offuscare la tua mente e causarti un errore cruciale.
Le scelte sbagliate nascono dalla mancanza di concentrazione unita alla mancanza di stima. Per esser al meglio, devi separare il passato dal presente e dedicare il 100 percento della tua attenzione al ”qui e adesso”.
Mi spiace che, forse, queste righe siano state scritte più per me che per voi, spero però che vi siano servite in qualche modo, perlomeno … so che a me son servite.
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