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La varianza studiata sotto una diversa angolazione: chi si ferma è perduto

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Il concetto che non esiste

Qualche anno fa, in una intervista rilasciata agli organi di stampa del settore, tra il serio e il faceto, un importante e famosissimo giocatore italiano disse che “la varianza è un concetto che non esiste”.

Ma come, direte voi, prima ci inondano di articoli, ci parlano di quanto questa varianza sia importante e poi ci dicono che è un concetto che non esiste?

Provando un attimo a prendere le difese di quel giocatore, si può affermare che la varianza propriamente detta è un calcolo matematico che va esteso per un periodo di tempo piuttosto lungo e forse a questo si riferiva quel giocatore, non è un’espressione numerica tangibile nel breve periodo, nemmeno se abbiamo i riferimenti a cui appellarci. 

Matematica e varianza

Possiamo cominciare a definire il concetto puramente matematico di varianza, quello che difficilmente troverete sui libri di poker e che, se non ai puristi della nostra disciplina, serve davvero a pochino. 

Si chiama varianza di un campione o di un insieme di valori, la somma delle deviazioni rispetto alla media, al quadrato, divisa per il numero di osservazioni meno 1. 

Non è esattamente un calcolo che si può fare a mente, o tanto meno in sessione, anche perché i parametri da tenere in considerazione sono molteplici.

La varianza nel poker

Nel nostro gioco, invece, la varianza può essere interpretata come il rischio che il rendimento effettivo di un investimento, propriamente detto profitto, sia diverso da quello atteso. 

Le sue proprietà statistiche implicano che:

  1. Sarà sempre un valore positivo o pari a zero, nel caso in cui non ci sia dispersione e i risultati siano sempre gli stessi
  2. Nei casi in cui non vi sia la possibilità di calcolare la media, non si potrà nemmeno calcolare la varianza
  3. Sia la varianza che la media sono molto sensibili ai punteggi estremi

Il punto 2 spiega alla perfezione per quale motivo sia davvero difficile calcolare la bravura di un giocatore negli MTT, poichè è la modalità più difficile da conoscere prendendo come riferimento la media di ogni parametro. 

Non vi è compresa la tipologia per torneo, non abbiamo possibilità di capire il reale valore dei nostri avversari, e così via. 

Il terzo punto ci fa capire, invece, quanto, nel breve periodo, sia impossibile godere appieno del concetto di media e, di conseguenza, di quello di varianza, influenzata dai vari up & down che ne vanificano il calcolo corretto. 

L’esempio della moneta 

È l’esempio classico che si fa quando parliamo di valore atteso. 

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Poniamo il caso di giocare contro un nostro amico a testa o croce, laddove ci aspetteremo che l’evento croce esca lo stesso numero di volte rispetto all’evento testa. 

Alla resa dei conti esce 8 volte testa e due volte croce, un risultato normale, ma non certo quello atteso. 

Se dovessimo ripetere l’esperimento per 5.000 volte, il risultato atteso ( 50% per testa e 50% per croce), sarebbe rispettato con maggiore avvicinamento a ciò che ci aspettiamo.

È la legge dei grandi numeri, teorema fondamentale di quella delle probabilità, secondo cui se ripetiamo un esperimento per un numero di volte tendente all’infinito, la frequenza di un evento che accade, tende ad essere una costante. 

I grandi numeri nel poker 

Quando facciamo riferimento a tale teoria nel poker, sbagliamo ancora meno, ma il concetto che dobbiamo sempre tenere presente è un termine temporale e quantitativo congruo durante il quale dobbiamo prendere nota delle nostra variabili. 

La varianza ha un grande impatto su piccoli campioni, poichè la nostra capacità di giocatori, qualsiasi essa sia, non può comunque controllare quei downswings che, gioco forza, mineranno il nostro cammino sul breve periodo. 

La parte mentale risiede un ruolo decisivo su tutto questo e, soprattutto, sulla nostra carriera di giocatori. 

Ce ne sono tantissimi che non riescono a sopportare un numero di sessioni negative che sembrano non terminare mai a prescindere dalla loro abilità, i più intransigenti smettono addirittura di giocare.

D’altro canto ci sono giocatori meno abili della categoria appena descritta, che ottengono dei risultati soddisfacenti a breve termine, ma la categoria che sta meglio è quella di cui abbiamo parlato al paragrafo precedente, soprattutto se i giocatori meno forti non dedicheranno il loro tempo per migliorarsi, allora sarà durissima per loro. 

 Tratto da Poker-Red.com

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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