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giocare dai bui

Come giocare dai bui nelle partite cash small stake

L’efficacia con cui un player è in grado di giocare dai bui agli stake più bassi è un punto fondamentale per determinarne il successo. Ma giocare da small blind e da big blind è un cruccio per molti, che non hanno un gameplan efficace.

 

 

Capire i bui

La chiave per sviluppare una strategia efficace per giocare dai bui è capire la reale natura di queste due posizioni. Il problema è che da small blind e da big blind bisogna agire per primi ogni volta che si arriva al flop: in pratica, si è sempre da fuori posizione – a parte quando big blind affronta small blind).

L’altro grosso problema di giocare dai bui è che si paga ogni volta che si riceve una mano, buona o pessima che sia. Questo significa che spesso il giocatore sarà costretto a foldare pre-flop, andando in passivo assicurato in quella determinata mano.

Ecco perché bisogna mettersi il cuore in pace e rendersi conto che le posizioni di buio sono posizioni perdenti: che siate Phil Ivey o l’ultimo dei giocatori amatoriali, non cambia niente. Il trucco, semmai, è cercare di perdere il meno possibile.

Come perdere il meno possibile dai bui

Già, ma come si fa? Foldare ogni mano è un’opzione, ma non certo ottimale per ovvi motivi – tipo, ad esempio, quando capita una mano premium. Ecco perché va bene un approccio tight, che potrebbe comprendere queste mani:

  • Tutte le coppie
  • A9s, ATo, ATs, AJo, AJs, AQo, AQs, AKo e AKs
  • KJo, KJs, KQo e KQs
  • 87s, 98s, T9s, JTs, QJo e QJs

In pratica, solo il 15,8% delle starting hand.

Ovviamente, ogni decisione va presa in base al tipo di avversario: contro un player molto loose, è giusto aggiungere qualche mano in più; contro un player tight, è giusto rimuovere la parte bassa di questo range.

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Giocare dai bui: aggredire paga

L’altro punto chiave per giocare bene dai bui è l’aggressione. Ai microlimiti, in particolare, la three-bet: in molti casi (specialmente contro tentativi di steal da late position) è meglio cercare di prendere il controllo del pot controrilanciando invece di fare solo call.

L’aggressività è efficace perché l’altro aspetto chiave per avere successo nel poker, oltre alla posizione, è avere iniziativa. Se non possiamo avere il vantaggio posizionale, almeno possiamo cercare di recuperare avendo in mano le redini del piatto.

L’importante è dare all’avversario un motivo per foldare: molti principianti controrilanciano, ma con un importo troppo basso, con il solo risultato di ingrandire il piatto da fuori posizione.

Che cosa fare dopo il flop?

D’accordo, abbiamo controrilanciato pre-flop… ma siamo stati chiamati. E abbiamo pure mancato il flop: che fare? Il dilemma è ancora più grave se abbiamo pure una mano forte, come A-K. L’approccio giusto è molto semplice: continuation-bet.

Basta una puntata pari alla metà del piatto per trarre un profitto, anche se l’avversario non folderà sempre. A volte infatti farà call, e magari anche il turn non sarà ideale per la nostra mano. Qui l’importante è rallentare.

Molti giocatori cash small stake non amano foldare se hanno incastrato qualcosa sul board, e quindi puntare intestardendosi è un buon modo per sprecare chip. A volte bisognerà semplicemente limitare le perdite mettendosi in modalità check/fold.

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