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Se un occasionale utilizza una linea inusuale, sorprendetevi, ma non troppo. Poi faremo i conti…

Ci sono situazioni in cui un giocatore di poker alle prime armi, o almeno per quello che ci ha dimostrato fino a quel punto, decide di fare una mossa diversa dai suoi standard di base utilizzando una linea inusuale. Come capire cosa succede.

Inquadrare le mosse e farsi le giuste domande

Quando giochiamo una qualsiasi specialità di poker, se abbiamo una certa esperienza, qualcosa che assomigli ad un giocatore di livello discreto, ci accorgiamo molto presto che valore possano avere i nostri avversari. 

Ci sono casi in cui abbiamo a che fare con giocatori ricreativi, quindi poco esperti, che ad un certo punto della partita, proprio quando avete cominciato a inquadrare le loro mosse, si trasformano e affrontano una mano in modo totalmente diverso rispetto a come avevano fatto fino a quel momento, che ci causano qualche scompenso.

La prima regola

Supponiamo il caso di essere impegnati nella fase conclusiva di un torneo in un colpo in cui stiamo affrontando un giocatore piuttosto scarso, ma con una montagna di chips, che decide di giocare in maniera totalmente diversa una strada in cui è scesa una carta molto facile da bluffare, checkando. 

La prima regola è questa: non facciamoci influenzare troppo da quello che secondo noi dovrebbe accadere, rischieremmo di perdere di vista ciò che invece, in realtà, sta accadendo sotto i nostri occhi. 

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Torneo freezeout da $50

Stiamo giocando online ad un MTT in modalità freezeout e stiamo affrontando la bolla per arrivare al tavolo finale a 9, siamo quindi suddivisi in due tavoli da 5. 

Agiamo da BB e ci viene servita una combo non esageratamente comoda, q 5 , mano che in una situazione standard non giocheremmo, ma che in determinate situazioni è meglio non buttare via soprattutto se si tratta del chipleader che apre da bottone tutti i colpi e noi non vogliamo far diventare i ricchi, ancora più ricchi. 

Iniziamo la mano con 50x, siamo quindi molto profondi anche noi e decidiamo di mettere sul mini raise del nostro avversario. 

Il flop non è male per noi, 8 4 4 , ci permette di contare su un draw puro a quadri, un  timidissimo backdoor di scala e un’overcard. Ovviamente decidiamo di checkare e villain fa poco più di un terzo del pot.

Ci sarebbero molte ragioni per passare all’attacco qui. 

Abbiamo pressochè infinita fold equity e una mano che ha una potenzialità di crescita piuttosto alta, ma poiché vi è la pressione dell’ICM, ci facciamo i nostri calcoli e, semplicemente passando a ogni mano potremmo conquistare un quinto o sesto posto senza tante preoccupazioni. 

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Non vi è ragione che si voglia ingigantire un piatto a fronte di un rischio di uscita immediata al decimo posto. 

La decisione più corretta ci sembra quella di chiamare. 

L’asino che casca: il check behind su carta perfetta e la linea inusuale

Al turn casca un k che, sia oggettivamente che agli occhi del nostro avversario non dovrebbe quasi mai aver migliorato il range con cui possiamo aver check-callato il flop. 

Considerate lo spettro delle mani più deboli che chiamano pre e fanno resistenza al flop: probabilmente tutte quelle combo su cui si sarebbe aperto un gut-shot come 6-7, 5-7 o 5-6. Qualche volta avremmo potuto avere un 8, magari accompagnato da un Kappa.

Con molte più probabilità, invece, ci capiterà di avere ciò che realmente abbiamo: un progetto di colore tra cui può comparire “anche” un Kappa di quadri, ma è talmente vasta la porzione del nostro range che detesta un Kappa di cuori al turn, che il nostro avversario dovrebbe saperlo, seppur non siamo di fronte a Phil Ivey. 

Fine prima parte

-Tratto da Pokernews-

 

 

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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