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Hall of Fame: Phil Ivey non gioca le WSOP per protesta? Al momento è tra i finalisti con Pescatori

Phil Ivey non si è seduto neanche al Main Event ed ha deciso di saltare a piedi pari le World Series of Poker. La sua assenza rimane un mistero. Daniel Negreanu ha cercato di giustificare l’amico: “è impegnato con le cause legali contro il Crockfords e il Borgata Casinò, inoltre i suoi interessi sono in Asia, con partite importanti ed altri business”.

Snobbate le WSOP, perché?

In realtà la teoria di Kid Poker fa a acqua da tutte le parti visto che Ivey è stato a Las Vegas in questo periodo, impegnato nel Big Game nella Bobby’s Room insieme a Gus Hansen.

Perché Phil non si è neanche degnato di partecipare al Main Event? Poteva essere la sua anche una presenza simbolica per marcare il territorio di caccia preferito in vista di una nomina molto importante.

Questa sua assenza rischia di compromettere la sua candidatura alla Poker Hall of Fame, gestita da Caesars e le WSOP. Perché rischiare?

La voce: Phil Ivey non gioca per protesta

A Vegas nell’aria si è diffuso un altro rumor. I maligni azzardano che lo abbia fatto per protestare contro le scelte proprio della Hall of Fame. Ivey ha compiuto 40 anni ed è eleggibile ma lo sappiamo che la “politica” di Las Vegas ha un peso decisivo in queste dinamiche della HF e sovente le scelte vengono fatte a tavolino mesi prima, tutto il resto fa parte di un copione, di un cerimoniale già scritto. Di sicuro, Ivey sa già quali sono le preferenze dei membri votanti. Ma è solo un’ipotesi.

 

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In realtà Ivey non gioca da parecchi anni al Rio, l’ultimo ITM è del 2014. C’è comunque qualcosa che non quadra da parecchio tempo nel rapporto con i campionati del mondo. Se c’è una causa di questo suo atteggiamento, forse va ricercata in un fatto che non risale a quest’anno.

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O forse, Ivey si è stufato di giocare circondato da migliaia  di giocatori, tutto qui. Ricordiamo cosa è successo, poche settimane fa, alla Bobby’s Room con un litigio con un player in una delle location più riservate di Vegas e la successiva rissa. Oramai è costretto a girare per la Strip con le guardie del corpo.

L’ipotesi di una protesta silenziosa sembra una voce di basso livello. Negreanu non ci crede: “Phil può essere nominato al 99%, nel caso contrario sarebbe uno scandalo”. Insomma, le odds stanno dalla parte del giocatore più famoso al mondo, parola di Kid Poker.

Tra i finalisti con Max Pescatori

In realtà, al momento, l’unica cosa che possiamo sapere è che ufficialmente sia Phil Ivey che il nostro Max Pescatori sono finiti tra i 10 finalisti designati per le nomine. Per il player di Lottomatica, senza dubbio, si tratta dell’ennesimo riconoscimento ad una carriera straordinaria. Inoltre il Pirata ha iniziato alla grande anche il Main Event (non proprio il suo torneo).

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Il fotomontaggio di Max Pescatori pubblicato sui social: da Pirata a Lupo… di Las Vegas

Hellmuth e Negreanu parlando di “scandalo” nel caso in cui il “Tiger Woods del Poker” non dovesse essere tra i prescelti. Una cosa è certa: se Ivey non verrà nominato, la Poker Hall of Fame perderà di credibilità. Lui è stato il giocatore simbolo per anni (e lo è tutt’ora), il pokerista più famoso per tanto tempo, ma a Vegas la guerra sulla sua nomina è già iniziata.

Devilfish favorito?

Di sicuro ne farà parte, ma quando? Molti membri anziani sembrano voler temporeggiare (“è giovane, avrà tempo”) e le preferenze per la prima nomina sembrano andare nella direzione di premiare la memoria del compianto David “Devilfish” Ulliott. La teoria sull’età però non convince, visto che Negreanu è stato eletto subito, appena compiuti i 40 anni.

Phil e il Big Game asiatico: giuria divisa

Ma a Vegas altre voci sembrano andare nella direzione contraria: all’interno della giuria c’è chi vuol punire Ivey perché oramai il suo nome è legato al Big Game asiatico di Manila e Macao che danneggia l’action e l’immagine degli high stakes di Las Vegas. I suoi legami con l’Asia potrebbero rallentare il suo ingresso nella room più ambita. C’è poi lo scandalo edge sorting (ESPN pubblicherà  la prossima settimana una serie di podcast sulla vicenda) che non aiuta. Phil  ha messo in ginocchio il Borgata (di proprietà di MGM storica alleata di Caesars) e in discussione l’atteggiamento di tutta l’industria dei casinò.

Tutte teorie e indiscrezioni che, al momento, lasciano il tempo che trovano. Il suo nome provoca divisioni e contrasti e potrebbe favorirci a sorpresa. A cosa ci riferiamo? Alla candidatura del Pirata. C’è solo da incrociare le dita per Max Pescatori e sperare che per la prima volta un italiano sia nominato nel club più esclusivo del poker mondiale.

I 10 nominati

  • DAVID CHIU
  • MORI ESKANDANI
  • TED FORREST
  • THOR HANSEN
  • PHIL IVEY
  • MIKE MATUSOW
  • MAX PESCATORI
  • MATT SAVAGE
  • HUCKLEBERRY SEED
  • DAVID “DEVILFISH” ULLIOTT
Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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