Doug Polk ha lanciato la nuova rubrica "Poker Thoughts" partendo da una domanda molto generica che riceve con grande frequenza: come si vince a poker? Per rispondere ha fatto una lunga analisi (che abbiamo diviso in due parti) nella quale tratta temi piuttosto basilari come la tipologia di poker, la gestione del bankroll e la scelta della poker room e altri più complessi come il confronto tra la strategia bilanciata e la GTO, le vincite senza showdown e quelle con showdown e il concetto di creare un edge.
Oggi riporteremo le riflessioni del professionista statunitense sulla scelta della forma di poker più adatta, la sua visione del bankroll management e le tre domande che tutti dovrebbero farsi prima di iniziare a grindare su una poker room.
Doug Polk e la scelta della tipologia di poker
"La cosa più importante è scegliere un solo gioco, quello che vi piace", ha esordito "WCG|Rider". "Il poker è così complicato, ci così così tante forme. Sono tutte difficili e tutte richiedono abilità specifiche. L'errore principale che fanno in molti quando provano a diventare bravi è giocare un po' di tutto: gioco i tornei, ogni tanto i Sit&Go, un po' di cash qua e là... Questa è una strategia perdente in partenza".
Per Doug è fondamentale trovare un solo gioco, ovvero quello che ci appassiona. Solo così il poker può diventare un vero lavoro da svolgere per tanti anni.
"Devi trovare una forma di poker e applicarti totalmente a essa. Devi capire qual è il tuo gioco e buttarti su quello", ha spiegato. "Trova la forma che ti piace, che non è necessariamente quella in cui sei più forte. Se hai di fronte due giochi, uno che ti piace e uno nel quale sei un po' più bravo, dovresti scegliere il primo. Perché ci giocherai per anni se avrai successo, e allora è molto meglio fare ciò che ti diverte e ti appassiona rispetto a ciò che non ti piace e ti farà odiare il tuo lavoro".
Doug Polk e il bankroll management
Un aspetto fondamentale nel percorso di ogni giocatore è il bankroll management. Polk affronta il discorso in maniera differente: prima di dire la sua sul numero minimo di buy-in in cassa sostiene che sia necessario porsi due domande: "La prima è qual è la tua tolleranza alla varianza; la seconda è qual'è il tuo edge". Dal suo punto di vista, i due quesiti dovrebbero essere sempre alla base di qualsiasi strategia nella gestione del bankroll, da quella più aggressiva a quella più conservativa.
"Il mio consiglio è sempre lo stesso: 30-50 buy-in nel cash game, 100 buy-in nei tornei", ha dichiarato dimostrandosi (come molti poker pro americani) parecchio aggressivo nell'assalto ai tavoli. "Se vuoi deviare da questi numeri - che ritengo piuttosto standard - puoi farlo tranquillamente dopo esserti posto le due domande di prima".
"Sei in grado di tollerare la varianza, ovvero di perdere il 20, il 30 se non il 50% del tuo bankroll quando sei in downswing? Se vuoi avere un'impostazione aggressiva, puoi anche giocare a cash game con 20-25 poste e i tornei con 50 buy-in. Sta a te decidere, ma devi essere consapevole che in questo modo potresti perdere metà del tuo bankroll molto facilmente. Se invece sei più conservativo e non sei sicuro di avere un edge, puoi giocare a cash con 50-100 poste e 200 buy-in per gli MTT".
Il fondatore di UpSwing Poker sostiene che vada benissimo essere più "nitty" nella gestione del bankroll, ma dalle sue parole risulta chiaro che sia molto più votato a un approccio maggiormente rischioso, fatto di poche decine di buy-in in cassa e tanti shot. Lo dimostra quando critica un comportamento tipico dei giocatori più timorosi della varianza, ovvero quello di stabilizzarsi a un livello senza più salire.
"Spesso mi capita di vedere giocatori vincenti che scelgono deliberatamente di non salire di livello, di restare dove vincono. Anche se è un problema inferiore rispetto a quello opposto (salire fino a quando non si va broke) è comunque un problema", dice con schiettezza. "Se sei costantemente vincente, non farti problemi a salire di livello, a shottare, a provare a competere in partite più grandi. Solo così puoi fare veramente tanti soldi con il poker. Non accontentarti, non dire "faccio già $3.000, va bene così". Sali di livello, prova a darti come obiettivo $5.000, $10.000".
Doug Polk: le tre domande prima di iniziare a giocare su una poker room
Infine, spiega che prima di buttarsi nel poker in modo serio, con l'ambizione di diventare professionista, è obbligatorio fare un'analisi approfondita di cosa ci offrono le poker room.
"La prima cosa da fare è confrontare tutti i siti su cui puoi giocare", consiglia Doug. "Guarda la rake, i giochi, il field e cerca di capire qual è il tuo edge, ad esempio quanti bb/100 puoi tenere su un sito rispetto a un altro. Fai ricerche, studia, confronta: se vuoi vincere a poker, devi comportarti da professionista. Le domande in questo caso sono tre: quanto è alta la rake, qual è la struttura della rake e com'è il field. Riducendo il discorso all'osso devi chiederti quanto paghi di rake e quanta rakeback riceverai. Non ti devi concentrare solo sulla rakeback, certo, ma questo non significa che la devi ignorare".