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Il piano di Baazov per Amaya: "futuro lontano dalla borsa" e mette sul piatto $6,7 miliardi!

David Baazov rivuole ad ogni costo la società che ha contribuito a costruire nel corso degli anni: Amaya Gaming. Nella giornata di ieri è stata presentata un'offerta formale (con un premio del 31%) per l'acquisto del 100% delle azioni ordinarie della compagnia canadese proprietaria di Rational Group.

Il suo piano per PokerStars è chiaro e può essere sintetizzato con una sola parola: delisting, far lavorare la gaming company dell'Isola di Man lontano dalle logiche perverse della borsa e dei mercati finanziari. Si vuol fare due passi indietro e tornare a quando Stars era una società privata, politica imposta dal fondatore Isai Scheinberg prima della cessione proprio ad Amaya.

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David Baazov

Ma ci sono delle novità importanti: dai documenti pubblici depositati alla "Security and Exchange Commission" (SEC, la commissione che vigila sulle società quotate) si evince che l'ex amministratore delegato ed il suo gruppo aspirano ad acquistare $1,15 miliardi di azioni privilegiate convertibili di Amaya, più ad accollarsi $2,55 miliardi di debito della società, per un totale di $6,7 miliardi, calcolando anche l'offerta di 24 dollari canadesi per azione.

Nel giro di meno di tre anni si è passati dalla cessione di PokerStars-Full Tilt per $4,9 miliardi (la società non aveva alcun debito) a $6,7 miliardi. Il regista è sempre lo stesso: anche questa volta Baazov ha fiutato l'affare?

Il suo piano è chiarissimo: "l'industria del gaming online continua ad essere sempre più matura. Credo sia nel miglior interesse di Amaya ad essere posizionata come una società privata". E' la dichiarazione di Baazov contenuta nei documenti depositati alla SEC.

In poche parole, il manager canadese è pronto ad una operazione di delisting. Nei due anni di gestione, molto probabilmente, l'ex CEO di Amaya si è accorto che i delicati meccanismi del core business del gruppo (poker online) mal si conciliano con gli speculatori. Baazov è quindi deciso a fare non uno, bensì due passi indietro, visto che era stato lui ad insistere per la doppia quotazione (dopo Toronto, Wall Street).

Quello del gioco online è un business a lungo termine che non può essere valutato ogni trimestre.

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"Gli oneri - aggiunge Baazov - di comunicazione che la società deve rispettare, in combinazione con il breve termine e la volatilità dei mercati finanziari, ostacola la capacità di Amaya di perseguire la sua strategia di crescita". In un'ulteriore dichiarazione il manager mette in evidenza che tali oneri di reporting comportano per Amaya dei costi notevoli "senza ottenere alcun beneficio ad essere una società pubblica".

Per questo motivo Baazov vuole liquidare tutti gli azionisti e prendere il 100% del controllo delle azioni: in poche parole vuole tornare all'antico, al piano originario. L'operazione è finanziata da 4 fondi di investimento. Il gruppo appena fondato è stato denominato Bidco che ha garantito impegni per 3,65 miliardi, come investimento per acquisire Amaya.

La gaming company canadese ha confermato ma per il momento si è mostrata fredda a questo tentativo di "scalata": "non ci può essere alcuna garanzia che l'offerta del signor Baazov o qualsiasi futura proposta, possa portare ad una transazione completa".

L'attuale CEO Rafi Ashkenazi ha esortato Amaya a rispondere rapidamente alla proposta di Baazov che ha approfittato del fallimento delle trattative con William Hill per fare un deciso re-raise.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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