In queste settimane si sono sprecate dichiarazioni demagogiche da parte di alcuni esponenti del Governo e di gruppi parlamentari (Movimento 5 Stelle e Partito Democratico in testa) su quanto sia importante colpire l’offerta illegale, la proliferazione della mafia nel gioco e trovare le misure necessarie per contrastare la ludopatia. Il solito attacco al gioco per un pugno di voti in più, ma non solo. La manovra sembra essere partita da lontano ed ha dei fini ben precisi, che vogliono tenere però ben celati agli occhi dell'opinione pubblica. Ma partiamo dalle reali intenzioni del Governo: riuscire nel 2016 a garantirsi un extra gettito da 1 miliardo di euro, tra VLT e slot.
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Più slot live, meno online...
Nei fatti, gli "esperti" dei salotti politici cosa hanno partorito per arginare tutto questo?
Hanno deciso di eliminare le slot nei bar? No. Semmai hanno previsto 23mila nuovi punti gioco.
Hanno introdotto una tessera personale nell'uso delle Vlt, per tutelare i minori? No. E alcuni servizi televisivi e giornalistici (in primis Iene, etc) hanno ripreso parecchi minori (si parla anche di 12enni) presenti nelle sale giochi, in alcune sessioni live...
E allora scusate, c'è qualcosa che non torna. Realmente vogliono arginare la dipendenza patologica? A noi pare proprio il contrario. Questi signori stanno spianando la strada proprio alle famigerate macchinette che - guarda caso - saranno ancora di più tassate nella prossima manovra fiscale (il prelievo nelle slot passerà dal 13 al 15%, nelle VLT dal 5% al 5.5%).
Come ci riusciranno? Con una mossa semplice: vogliono vietare la pubblicità nel settore e sembrano decisi a farlo. D'altronde non ci vuole un genio per capirlo: basta solo prendere i dati in mano ed osservare la raccolta dei casinò online, una volta che sono state autorizzate le slot virtuali in Italia. Se però queste ultime saranno oscurate in modo definitivo, i volumi online diminuiranno e, come per magia, la gente tornerà a giocare nei bar sotto casa.
Favorire entrate fiscali
Se la manovra fosse coerente (eliminazione delle slot in location dove non possono giocare minori ed anziani), potremmo (forse) anche capire questo anacronistico divieto. Ma così, l'unico scopo sembra proprio quello di favorire le entrate fiscali e colpire i giochi con payout molto alto.
Non vorrei essere frainteso, personalmente non sono favorevole neanche alle slot online, ma ci vorrebbe una manovra coerente e soprattutto, se proprio si dovesse scegliere, preferirei il male minore. Premesso che bisogna sempre giocare in maniera responsabile e per divertimento, è senza dubbio meno pericoloso un gioco con payout che varia dal 95% al 97% rispetto ad uno che si aggira intorno il 70% e che lo Stato vuole abbassare ulteriormente. E' vero anche il contrario: giochi con payout alto possono dare maggiore dipendenza (non è da escludersi a priori), ma non è il ban alla pubblicità lo strumento adatto per arginare questo fenomeno. Semmai dovrebbero rivedere i limiti (sia massimi che minimi) di puntata e i tetti di spesa giornalieri per ogni persona (in base al codice fiscale) e postazione internet.
Doppio danno
Vietare la pubblicità però sembra essere lo strumento meno adatto, perché i messaggi promozionali sono l'unico strumento in mano ai consumatori per capire se l'offerta sia illegale o meno... Sarebbe necessario semmai migliorare controlli e disciplina dei messaggi pubblicitari. Il decreto Balduzzi, nella realtà, non è stati mai applicato in modo serio e convinto.
Il gioco online italiano però può essere colpito duramente con una misura sproporzionata ed anacronistica solo per favorire il live.
Se per quanto riguarda slot e Vlt, la pubblicità è del tutto inutile (basta entrare in una tabaccheria per ricordarsi dell'esistenza delle macchinette), il gaming online invece verrebbe affondato del tutto. Un concorrente in meno ed uno stimolo in più ad usare le slot mangiasoldi, per la gioia delle casse dello Stato.
Dichiarazioni demagogiche
Però, in questa ennesima campagna contro il gioco, ci raccontano il contrario: il loro fine è combattere la ludopatia. Ah si, ne siamo sicuri? Nessuno ha il coraggio di raccontare cosa sta accadendo realmente.
Nei fatti si sta attuando una manovra che rischia di incentivare l'uso smodato delle slot nei bar e nei posti dove il rischio tentazioni e contagio è molto alto, con un assist speciale anche per chi offre gioco online senza concessione. Un doppio danno.
Politica di espansione fiscale
Non c'è da meravigliarsi: tutto è coerente con la politica di "espansione fiscale" (cit. Corte di Giustizia Europea) perseguita da anni dallo Stato italiano nel settore del gambling.
Ebbene, il divieto totale della pubblicità del gioco autorizzato, favorirà - nel lungo termine - in maniera chiara la proliferazione dell’illegalità nel gioco online italiano ed inoltre avvantaggerà il gioco terrestre, in particolare il settore degli apparecchi da intrattenimento che avranno minore concorrenza.
Modello concessorio indebolito: si torna all’età della pietra
La verità è che l’Italia, dopo la Gran Bretagna e Malta, è stato il terzo paese europeo a regolamentare l’e-gaming e in molti stati ci invidiano il nostro modello concessorio. Tutte le nazioni europee si sono adoperate per disciplinare il settore del gambling online (come ha fatto l’Italia più di 10 anni fa) proprio per arginare l’offerta proveniente dall’estero, a protezione dei propri consumatori e delle entrate fiscali statali. Ed ora cosa facciamo?
Decidiamo di fare tre passi indietro, solo per un pugno di voti in più e per incrementare il gettito proveniente dalle slot (l'unico vero business di Stato). E’ chiaro che siamo di fronte ad una manovra demagogica da una parte (non si argina la ludopatia favorendo le macchinette…) e lobbistica dall’altra.
Manovra sotto la luce del sole coperta da dichiarazioni demagogiche
Sia chiaro: nella prossima manovra fiscale, i gestori degli apparecchi d' intrattenimento dovranno registrare l'ennesima mazzata, con un incremento del prelievo erariale.
Verrà ulteriormente abbassato il payout e in questo modo le tasse le pagheranno i giocatori. Per salvare la raccolta e continuare a rendere "attrattivi" gli apparecchi da intrattenimento, per il Governo la soluzione è quella di affondare i giochi concorrenti (slot online). Nel caso contrario il rischio è quello di replicare il disastro del bingo.
La manovra è sotto la luce del sole: lo Stato vuole indebolire i casinò online che hanno un payout molto alto (e gettito basso) per favorire giochi (slot e vlt terrestri) destinati a garantire (ma ci riusciranno?) un extra gettito di un miliardo. I numeri e le logiche parlano chiaro, ma non raccontateci che questo divieto servirà ad arginare la dipendenza dal gioco patologico... perché non corrisponde al vero.
Divieto pubblicità - seconda parte - fine
Divieto pubblicità - prima parte - leggi qui