Una sottocategoria dei giocatori tight-aggressive è rappresentata dai cosiddetti situational player. Costoro prestano grande attenzione a tutto quello che avete fatto nelle mani precedenti e provano successivamente a sfruttare le informazioni raccolte per exploitare le vostre tendenze e debolezze.
In genere, scelgono con molta cura gli spot in cui entrare in azione e non buttano mai via le proprie chips. Contro di loro occorre spesso mostrare una mano migliore oppure raccontargli una storia che li convinca a foldare tramite un’efficace azione multi-street. Esempi di giocatori di questo tipo sono Allen Cunningham, Andrew Black e Paul Wasicka.
Vi conviene allora giocare tight-aggressive nell’early stage per poi passare man mano ad un approccio loose-aggressive. Alcuni avversari faranno lo stesso mentre altri non si adegueranno a sufficienza.
Giocare contro avversari passivi
Sin dall’inizio del torneo, cercate di farvi un’idea del tipo di tavolo in cui siete capitati. Se ad esempio osservate parecchi fold in seguito ad un qualunque open-raise, dovrete necessariamente agire diversamente rispetto ad un tavolo popolato da gente che non risparmia le chips e crea parecchia action con piatti grandi quasi in ogni mano.
Se il vostro tavolo è passivo e gli altri stanno giocando tight, una buona strategia sarà di rilanciare con maggior frequenza, pronti comunque a fare un passo indietro in caso di re-raise. Se il tavolo è passivo ma gli avversari giocano loose, considerate l’idea di guardarvi molti flop a poco costo con mani speculative, nella speranza di hittare qualcosa che vi permetta di stackare qualche oppo.
Giocare in tavoli aggressivi
Dovrete invece fare più attenzione in presenza di quest’altro tipo di avversari. Gli aggressivi possono essere tight o loose, ma sono molto più pericolosi rispetto alle stesse due categorie dei giocatori passivi. Vi risulterà sicuramente più difficile entrare nei piatti con molte mani speculative, perché spesso ve li porteranno via con rilanci calibrati contro cui dovrete foldare per via delle cattive odds ricevute.
I tight-aggressive scelgono le mani più forti oppure decidono di foldare. Entrano nei piatti sempre con un rilancio e sono sufficientemente disciplinati da evitare di finire busted contro colori, scale o set. Un’efficace strategia contro questo tipo di avversari è di restringere il proprio opening-range nelle prime fasi del torneo. Più avanti, quando la misura dei bui li renderà maggiormente appetibili, potrete aprirvi di più per i tentativi di steal.
I loose-aggressive sono probabilmente quelli contro cui è più difficile difendersi. Giocano un sacco di mani e puntano e rilanciano frequentemente. Potete utilizzare più mani contro di loro rispetto a quanto suggerito per i tight-aggressive, ma dovrete essere più selettivi a differenza dell’approccio contro i loose-passive. Se avete abbastanza fortuna da floppare qualcosa di forte, tipo una doppia coppia o meglio, dategli corda in modo che se la stringano al collo da soli.
Come un esperto di arti marziali, potete sfruttare la forza della loro aggressività lasciando che provino a mandarvi via dal piatto per poi piazzare un grosso rilancio sul flop, turn o river. Si chiama “trapping”, e questi sono gli avversari ideali per un’azione del genere. Meno pericoloso si presenta il board e più a lungo nella mano potrete aspettare prima di tendergli la trappola. (continua)