Abituato ad uno stile iper-tight, Phil Hellmuth ci racconta questa volta di alcuni suoi tentativi (finiti male) d’implementare un approccio meno conservativo.
“Giocare a poker in maniera loose ed aggressiva può aiutare a creare chips dal nulla. E questa è sicuramente una delle caratteristiche che contraddistinguono il top player da un giocatore appena decente. Tuttavia, ricordatevi che può essere rischioso procedere in tal modo. Eccovi infatti un esempio concreto preso dal WPT Doyle Brunson Classic del 2009.
Avevo iniziato il day3 con 412.000 chips utilizzando un approccio super tight. Ero piuttoto fiducioso di poter salire - entro la fina della giornata - a quota 1 milione mantenendo lo stesso stile. Tuttavia, mi era venuta voglia di provare qualcosa di diverso.
Nella prima mano, mi ritrovo in posizione di big blind e l’avversario dal bottone piazza un rilancio. Il mio istinto mi dice di 3-bettare con 9-2 offsuit ma poi ci ripenso perchè non mi andava di fare lo spavaldo già dall’inizio di giornata. Butto via le carte ma le mostro a tutti, dicendo loro che avrei difeso i miei bui anche con peggio. Col senno di poi, avrei dovuto invece re-raisare cosicchè avrei potuto evitare le due mani successive.
Mi rilanciano dal cutoff e faccio call dallo small blind con a j . Il flop è Q-9-4 ed entrambi facciamo check. Il turn porta un 7 ed allora punto poco e l’altro mi chiama. Sul river scende un Asso e betto 24.000; lui rilancia fino a 60.000 ed io mi adeguo. L’oppo gira A9 offsuit per la doppia coppia e non la prendo tanto bene. Avrei potuto 3-bettare pre-flop per vincermi subito il piatto oppure foldare al suo rilancio al river.
Nella mano successiva, apro di 12.000 dal bottone con 98 ed il piccolo buio sale fino a 30.000. Chiamo per fargli capire che non poteva liberarsi di me troppo facilmente ma commetto un errore ancora una volta. Il flop è A-Q-8 e l’avversario punta 25.000 che chiamo. Lui fa check al turn, io betto 30.000, lui rilancia ed io foldo… giocata weak, Phil!
Praticamente, mi sono ritrovato con 100.000 chips sprecate per aver abbandonato il mio solito gioco tight, ma non ero ancorapronto per mollare l’azione e così ho continuato a rilanciare pre-flop con quasi ogni mano riguadagnando circa 25.000 gettoni. Poi mi capita questo: apro di 9.000 con k q e il big blind fa call. Il flop è k 6 4 e “Player X” checka. Io punto 12.000 per sembrare debole e con la speranza che lui vada in all-in. Se fosse davvero accaduto, giù sapevo che dovevo chiamare per altri 60.000… ed è proprio quello che poi è successo. Lui gira 4 3 per una bottom pair e un backdoor flush draw. Il turn è un 8 , che lo aiuta per il progetto a colore, ed il river è un 3 che completa il disastro.
Riassumendo: il bello del gioco loose è che farà committare gli altri al tavolo con mani relativamente deboli perché sarà difficile per loro credere che abbiate sempre qualcosa di forte. Il rovescio della medaglia è che gli opponent rilanceranno con roba weak quando non avete nulla forzandovi ad un fold.
Inoltre, esiste sempre la possibilità concreta che vi scoppino il punto come nella mano che vi ho raccontato in precedenza. Con un'azione super-tigh tutto ciò non accadrebbe spesso perché gli avversari sono più incilini a foldare da subito con le mani marginali.”