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Full Tilt Poker: primi dipendenti licenziati negli USA

ray-bitarFull Tilt Poker ha licenziato i primi dipendenti negli Stati Uniti: il sito è offline oramai da diverse settimane e da più fonti è emerso in queste ore che sarebbero stati allontanati diversi collaboratori.

In un recente articolo, il portale Wicked Chops ha dato notizia dei primi licenziamenti ed ha pubblicato anche i particolari della triste vicenda: a tutti è stato liquidato lo stipendio maturato dal 15 aprile fino ai primi giorni di agosto in modo corretto, prima dell’interruzione del rapporto di lavoro.

Lo conferma su Twitter anche il giornalista di ESPN Nahuel Ponce che ha rivelato che la red room ha sospeso tutte le attività del dipartimento internazionale. Una notizia che deve essere verificata ma che rientra nella logica delle cose, non potendo più la multinazionale irlandese accettare gioco negli Stati Uniti, dopo l’accordo con il Dipartimento di Giustizia di New York.

La vera cartina tornasole di tutta questa complicata storia riguarda la sede europea a Dublino di Pocket Kings (la società fulcro in questo momento del gruppo). E dall’Irlanda giungono notizie confortanti: tutti i 400 ed oltre dipendenti continuano a percepire lo stipendio in modo regolare, ogni settimana. Negli ultimi giorni a Full Tilt Poker è stata rinnovata la licenza secondaria da parte del KGC ed inoltre la room ha pagato i diritti di concessione e le tasse alla Alderney Gambling Control Commission (AGCC).

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Sempre secondo Wicked Chops, alla fine Howard Lederer avrebbe difeso in modo deciso e confermato nel suo ruolo di amministratore delegato Raymond Bitar, nonostante le voci che lo volevano dimissionario, oltre all’incriminazione da parte dei procuratori di Manhattan. Per il sito americano va avanti la trattativa tra il gruppo di finanzieri europei raccomandati da Phil Ivey e i vertici della red room, ma siamo sempre nel campo delle ipotesi ed in questo momento, le uniche conferme ufficiali sono arrivate dall'AGCC.

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Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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