Il gioco del Courchevel pare sia nato in Francia, nell'omonima località transalpina: si tratta di una variante di Pot Limit Omaha che si è diffusa pure in Gran Bretagna ed è entrata a far parte della rotazione dei “dealer's choice game” in casinò come il Vic di Londra, oltre ad essere giocata anche nei Paesi dell'est europeo.
Quello che differenzia questa variante dal Pot Limit Omaha che tutti conosciamo si può riassumere in due punti fondamentali. Il primo sta nel numero di carte date ad ogni giocatore, ovvero cinque: proprio come nel Pot Limit Omaha si è obbligati ad utilizzarne due, ma questo aumenta il numero di combinazioni possibili fra le proprie hole cards, che diventano ben dieci.
Questo significa che mediamente i punti mostrati allo showdown saranno ancora più forti rispetto al PLO, e non di rado qualcuno mostrerà il nuts. Ma c'è dell'altro.
Infatti, nel Courchevel dopo la distribuzione delle carte a ciascun giocatore viene anche mostrata la prima carta del flop, e solo dopo inizia regolarmente il primo giro di puntate preflop, dopo il quale vengono mostrate le altre due carte comuni che costituiscono il flop così come tutti lo conosciamo.
Questa singolare specificità del gioco fa sì che la selezione delle mani preflop cambi in modo piuttosto drastico. Infatti, se in Omaha una buona mano è costituita da carte ben coordinate fra loro, in modo che possano formare combinazioni di vario tipo e possibilmente aspirare a draw nuts postflop, nel Courchevel una buona mano non può essere tale se è completamente scoordinata rispetto alla prima carta che viene mostrata al flop.
Se ad esempio avete una mano eccezionale come a a k q j ma la prima carta del flop è il 6 , ecco che il suo valore cambia drasticamente. Naturalmente resta una mano dalle ottime potenzialità, tuttavia preflop non è in grado di sostenere un'azione particolarmente cruenta nel Courchevel, dal momento che altri giocatori potrebbero tranquillamente aver già settato proprio grazie a quella carta che per voi è palesemente inutile.
Ne segue che mani poco più che trash nel Pot Limit Omaha possono diventare più che buone nel Courchevel, se la prima carta esposta le migliora in modo sostanziale.
Il Courchevel: le regole e la strategia di questa variante Pot Limit OmahaIl gioco postflop torna ad essere piuttosto simile al Pot Limit Omaha, con la differenza che a causa del particolare preflop che caratterizza questa variante le informazioni che potrete ricavare sulla forza della mano avversaria sono maggiori. Prendendo sempre l'esempio precedente, se un giocatore ha centrato il set di sei vorrà da un lato giocare il piatto in heads-up, dall'altro non potrà gonfiare il piatto in modo spropositato ben consapevole di quanto un punto simile sia vulnerabile.
Questo significa che postflop su alcuni board particolarmente scary per lui potreste decidere di architettare dei bluff capaci di fargli foldare la mano migliore, ma fate attenzione: il Courchevel è un gioco particolarmente loose, e contro alcuni avversari sappiamo bene quanto la fold equity sia poco più che una brutta parola...