John Hewitt ha un grosso pensiero da rimuovere: quello di essere arrivato ad un passo dal raggiungere il tavolo finale del Main Event WSOP, corsa poi conclusasi malamente al decimo posto fra sfortuna e rimpianti.
A differenza di quanto accaduto a Matt Affleck un anno fa, lo statunitense nella mano che ha dato una spinta decisiva alla sua eliminazione ha probabilmente commesso un errore, chiamando la 3-bet all-in preflop di Bounahra con k q , sbattendo contro i k k avversari: considerando quando stava giocando chiuso il player del Belize e che in ballo c'era la bolla di un tavolo finale di quel livello, decisamente non il migliore dei call.
“Si tratta di una mano di cui non ho più alcun ricordo, lo giuro, non riesco neppure a ricordare che cosa stessi pensando”, confessa Hewitt nel suo blog, dove cerca di predire l'esito di un torneo che avrebbe potuto vederlo protagonista, ed invece guarderà come il più semplice degli spettatori, ammesso che possa riuscirci.
Gli sono servite due settimane perché riuscisse a guardare nuovamente un tavolo da poker, ed ora il suo favorito sembra essere Phil Collins: “Probabilmente è il miglior giocatore fra quelli presenti al tavolo quando si parla di postflop, ma sappiamo quanto l'ego dei giocatori possa essere grande e come ormai i tornei si siano evoluti con molta azione preflop”. In caso di dubbi, chiedere a Joseph Cheong.
Un altro dei nomi da tenere in considerazione secondo Hewitt, oltre a quello dell'irlandese Eoghan O'Dea, è l'ucraino Anton Makiievskyi. Per la verità la sua situazione appare piuttosto critica, visto che ha 13.825.000 fiches con average di 22.900.000, ma se la sorte dovesse assisterlo potrebbe rivelarsi un brutto cliente: “Non ha paura di mixare il suo gioco, mette pressione ai propri avversari ed è in grado di bluffare per l'intero stack come se non gli importasse granché”.
Difficile che possa essere esattamente così, una volta seduti a quel tavolo finale che John Hewitt non potrà dimenticare troppo facilmente.