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Corea del Nord ingaggia hacker per truffe anche nel poker online su larga scala: ecco il piano di Pyongyang

Un esercito di 1.700 hacker (più 5.000 supervisori) sponsorizzato Corea del Nord e programmato per compiere una delle più grosse frodi della storia dell'online (e che non ha fatto sconti neanche nell'ambito dell'e-gaming e del poker).

E' questa la mega operazione voluta da - secondo gli ultimi report dell'intelligence - che avrebbe messo in atto frodi di ogni tipo su internet (prendendo di mira anche siti di poker) per finanziare il tanto discusso programma nucleare, visto che le sanzioni internazionali avrebbero rallentato il progetto tanto caro a Kim Jong-un, creando una grossa crisi di liquidità. Tali frodi - in base alle accuse dei servizi segreti occidentali - avrebbero permesso al dittatore di mantenere il suo lussuoso stile di vita oltre a quello dei propri familiari e della classe dirigente.

Gli hacker negli ultimi anni hanno preso di mira diverse banche centrali (anche quella polacca) cercando di prelevare un'ingente quantità di denaro.

Rete di programmatori nord coreani mandati all'estero

Secondo il New York Times, la rete sarebbe composta da cybers criminali che vivono all'estero ed hanno un impiego regolare ma prendono ordini da Pyongyang. Il programma di reclutamento e formazione - così rivelano fonti dei servizi segreti della Corea del Sud e della CIA - è iniziato dal regime nei primi anni '90 con migliaia di bimbi che sono stati istruiti per diventare esperti informatici.

I programmatori nord coreani avrebbero - sempre secondo tali rapporti dell'intelligence - ottenuto il permesso di espatriare (un evento raro e sospetto) e di lavorare nello sviluppo di software e nella gestione di dati all'estero (Cina ed altri paesi asiatici), svolgendo impieghi ordinari e regolari ma che sarebbero solo una perfetta copertura per commettere crimini di ogni tipo, come l'installazione dei computer dei giocatori di malware di ogni tipo per avere accesso ai dati bancari personali. 

Come detto, per aggirare i blocchi voluti dalla comunità mondiale, la Corea del Nord avrebbe escogitato questo piano per raccogliere più fondi possibili dalle frodi online.

Fonti ufficiali governative della Corea del Sud

La denuncia emerge dal report di giovedì scorso redatto dagli esperti di cyberspace della Corea del Sud che lavorano per l'agenzia governativa Financial Security Institute (FSI) che ha mosso accuse molto gravi nei confronti di Pyongyang che nega e rispedisce al mittente le accuse, parlando di "diffamazione" da parte degli odiati cugini del sud e degli Stati Uniti.

 

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Secondo gli analisti della sicurezza di Seul però le truffe portate avanti dal gruppo di hacker per conto di Kim Jong-un sarebbero numerose e molto gravi e riguarderebbero ogni forma di business che concerne internet, compresi cheaating e scam sulle poker rooms, in particolare con furti di carte di credito e di identità.

Una politica criminale su larga scala

Una parte della relazione non è stata resa di pubblico dominio ma secondo il New York Times gli investigatori informatici sospettano che il regime di Kim Jong Un sia il grande regista dei più importanti attacchi hacker degli ultimi anni.

La Corea del Nord è sospettata di essere dietro a noti gruppi come 'Lazarus' che avrebbe sottratto 62 milioni di sterline alla Banca Centrale del Bangladesh e nel 2014 hackeraggio della Sony Pictures. Il network americano per la sicurezza FireEye avrebbe accusato Pyongyang di aver infettato a maggio di quest'anno centinaia di migliaia di computer in 150 paesi con il malware WannaCry.

Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore dei giochi. Ho sempre avuto una forte passione per la scrittura ma il mio percorso universitario mi ha fatto intraprendere una strada più “arida” che lasciava meno spazio all’istinto creativo, con lo studio dei sistemi normativi e regolatori per quanto riguarda i mercati del gioco online e terrestre, in particolare del betting sportivo. Fin dagli anni universitari, parallelamente ai miei studi legali, ho intrapreso il percorso da giornalista in vari quotidiani e televisioni Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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