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I giocatori più cercati su Hendon Mob: Phil Ivey il re

Phil Ivey non riesce a non essere primo...Phil Ivey re, non soltanto nei profitti ma anche in termini di popolarità: è questo il responso senza possibilità d'appello dato da “thehendonmob”, popolare database dei tornei live che vede il Tiger Woods del poker solitario in testa a questa classifica.

I dati presi in esame sono quelli che fanno capo al sito a partire dal primo gennaio del 2008: da allora, 188.072 appasionati sono andati a curiosare nel profilo dello statunitense, rendendolo il professionista più ricercato del mondo del poker.

In seconda posizione, manco a dirlo, Daniel Negreanu: il canadese deve subire lo smacco della piazza d'onore anche in questa graduatoria, che pure lo vede forte di 166.454 visualizzazioni.

Se al terzo posto troviamo Phil Hellmuth, dato che in fondo non sorprende particolarmente, ai piedi del podio troviamo qualcuno forse inatteso: Bertrand “Elky” Grospellier.

Il francese, che pure negli ultimi anni si è affermato nell'ambito dei tornei live come uno dei giocatori più continui e vincenti, con 109.440 ricerche batte la concorrenza di Erik Seidel e Gus Hansen, entrambi alle sue spalle, rispettivamente quinto e settimo in questa graduatoria di popolarità che non manca di riservare altre sorprese.

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Se il nono posto di Tom Dwan non stupisce, certo stona il tredicesimo di Jason Mercier, alle spalle tanto di Joe Hachem che di Annette Obrestad, mentre un inaspettato Mike Matusow dal diciassettesimo posto fa mangiare la polvere a professionisti ormai ben più quotati, come Vanessa Selbst o Mike McDonald.

Dario Minieri, più ricercato di molti top playersE gli italiani? Il migliore è come da copione Dario Minieri, 21esimo con 45.708 curiosi che sono andati a sbirciare la sua carriera: completano il podio tricolore Luca Pagano e Filippo Candio, che sulla scia del Main Event WSOP scalza Max Pescatori dal podio. Nessun altro azzurro figura nella top 100.

Dario ottiene più preferenze perfino di Patrik Antonius, subito alle sue spalle e di certo penalizzato dalla sporadica presenza nei tornei, ma anche di un mito come Stu Ungar e di campioni del mondo come Jonathan Duhamel e Joe Cada.

Naturalmente dati simili non possono essere generalizzati in assoluto, in questo senso la posizione del finlandese è indicativa, ma forniscono comunque una cartina di tornasole che mostra un quadro che nelle sue sfumature non manca di sorprendere, sottolineando ancora una volta quanto essere vincenti non significhi necessariamente essere anche amati, e viceversa...

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