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Full Tilt Poker: in arrivo un nuovo investitore

guy-laliberteDa diverse settimane girava per i corridoi della sede di Pocket Kings di Dublino un’indiscrezione importante nello sviluppo delle trattative. Finalmente arrivano le prime conferme: un nuovo investitore affiancherà il Gruppo Bernard Tapie nell’operazione di acquisto di Full Tilt Poker.

A comprovare questi rumors è il giornale statunitense PokerPlayerMagazine. Ci risulta da fonti autorevoli che sia stata siglata in Irlanda l’intesa tra il finanziere transalpino e mister X.

Tapie, mesi fa aveva dichiarato di essere in cordata con alcune società di gioco statunitensi ed ora sembra allargarsi la base di imprenditori disposti ad entrare nel capitale di Tiltware, la holding del gruppo. Ancora non si conosce il nome di colui che affiancherà il finanziere francese ma sembra sia un operatore di settore molto noto nell’industria del gaming. In passato erano insistenti anche le voci sul coinvolgimento della nota catena francese di casinò Partouche.

Su 2+2 è stata avanzata un’altra ipotesi affascinante: Guy Lalibertè, proprietario e fondatore del Cirque du Soleil, miliardario canadese con la passione del poker e che sembra avere un conto aperto con i vecchi soci di Tilt. Risulta uno dei giocatori più perdenti degli High Stakes proprio su Full Tilt Poker ma i soldi non gli mancano. Questa voce non ha trovato, al momento, alcuna conferma.

Il consulente di Tapie, Behn Dayanim, si è sbilanciato per l’ennesima volta a PPM: “Ho grande fiducia nella prospettiva di chiudere l’accordo. Questo potrebbe verificarsi entro la fine del primo trimestre”. Il condizionale è d’obbligo, visto che Tapie ha più volte sbagliato le previsioni sul timing dell’operazione. Lo stesso avvocato specifica: “ci sono ancora molte operazioni che devono essere completate. Non possiamo rivelare i dettagli perché il Dipartimento di Giustizia ha chiesto la massima riservatezza”.

La fase più delicata però sembra essere stata superata. In particolare, la due diligence ha messo a nudo una situazione finanziaria molto più grave del previsto, a tal punto da mettere seriamente a repentaglio l’accordo ed aumentare i dubbi della cordata guidata da Tapie. Queste esitazioni avrebbero contribuito ai ritardi.

Il debito dei giocatori ha aumentato le incertezze di Tapie che si è trovato davanti ad importanti buchi nelle poste attive ma le esposizioni di Ivey, Matusow e soci era ben conosciute dallo staff del finanziere francese, ben prima della due diligence (in tempi non sospetti, nel luglio del 2011, anche Assopoker aveva pubblicato un articolo al riguardo).

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Behn Dayanim è uscito allo scoperto ed ha attaccato pubblicamente i players per cercare di indurli al pagamento delle vecchie pendenze ma l’iniziativa non sembra aver sbloccato le trattative. I giocatori si sono dimostrati molto riluttanti nel rimborsare i prestiti ottenuti anni fa dalla red room.

Sembra che la documentazione al riguardo sia scarsa per intraprendere un’azione esecutiva nei loro confronti: in altre parole i crediti a bilancio per 16,5 milioni di dollari sono ritenuti dagli esperti analisti come “inesigibili”.

Le sparate pubbliche di Tapie e del suo avvocato hanno però intensificato i colloqui con un nuovo potenziale investitore che ha deciso di aderire all'operazione per non far saltare l’accordo. Per conoscere il nome di mister X però ci vorrà ancora qualche settimana.

Anche Doyle Brunson nel suo blog ha parlato di diversi investitori interessati, prima dell’arrivo di Tapie: “si sono spaventati e sono scappati tutti quando un socio influente ha minacciato di adire alle vie legali contro gli altri  azionisti". Chiaro il riferimento a Phil Ivey che oltre a non aver rimborsato i suoi prestiti milionari, con questa scellerata azione giudiziale (poi ritirata) ha messo a serio repentaglio la vita di Full Tilt Poker e i soldi di molti clienti della red room.

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Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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