Nel poker online uno dei temi caldi è la liquidità internazionale tra paesi europei: a rilanciare l’argomento è stato l’ente regolatore spagnolo dichiarandosi interessato al progetto del mercato unico tra Italia e Francia. Si tratta di un obiettivo a medio-lungo termine.
Tra poche settimane a Madrid verranno riconosciute le prime licenze per l’online iberico: l’80% delle richieste sono già state approvate in via ufficiale. Gli operatori spagnoli hanno iniziato una campagna di informazione molto aggressiva. Per la Cofar, (confederazione delle imprese di settore) i titolari delle concessioni potranno offrire gioco a tutti i residenti dell’Unione Europea.
Naturalmente la norma contenuta nella nuova legge sul gambling online, è un passo formale quasi dovuto, in ottemperanza dei principi comunitari di libertà di stabilimento e di servizi contenuti nel Trattato UE. Una clausola necessaria per l'approvazione del decreto durante il delicato iter di notifica presso la Commissione Europea. In questo modo il governo di Madrid si è messo al riparo anche da eventuali osservazioni da parte di paesi membri.
La clausola spagnola non è una novità in ambito europeo: la Francia, seppur con forme diverse (a livello regolamentare) permette l’accettazione del gioco delle sue piattaforme a tutti i cittadini europei. Non a caso, alcuni grandi eventi online sono stati vinti da giocatori stranieri (inglesi soprattutto).
L’Italia invece ha aggiornato la propria normativa con l'articolo 24 della Legge Comunitaria del 2009, permettendo a tutti i concessionari di operare anche con sede e server fuori dai confini nazionali, seppur all’interno dell’UE. E sono diverse le imprese che hanno sfruttato questa opportunità.
L’apertura formale della Spagna ai giocatori europei ed al mercato di liquidità, deve naturalmente rispettare le normative nazionali degli altri paesi UE, considerando che – al momento – non vi è una legge specifica comunitaria per il gioco online. Persisterà quindi il divieto di gioco per tutti i cittadini residenti in mercati regolamentati ed i siti spagnoli in alcuni stati verranno oscurati (Italia, Francia e Belgio). Sulla carta, potranno accedere alle poker rooms spagnole i players norvegesi, finnici etc.
Si tratta comunque di una valutazione più teorica che pratica: la normativa iberica non sposterà gli equilibri di mercato, in particolare difficilmente gli operatori autorizzati da Madrid riusciranno a fare concorrenza ai siti .com.
La tassazione in Spagna renderà meno performante l’offerta (rake più alta) per i giocatori, rispetto a paesi (Malta, Gibilterra, Isola di Man, Alderney etc.) che offrono importanti agevolazioni fiscali alle imprese dell'e-gaming. Essendo inoltre un mercato nuovo ed in fase sperimentale, quello spagnolo non offrirà nell’immediato standard di sicurezza ed efficienza sufficienti per attrarre liquidità internazionale.