Nel poker online italiano c'è una categoria che non perde mai. Non ci credete? Fate male, perchè il dietrologo italico vince sempre: comunque vada, lui freerolla!
Dall'altro ieri sera osservare il popolo dei "cultori del sospetto" tra gli appassionati italiani di hold'em è qualcosa di estremamente divertente... o avvilente - secondo i punti di vista. Lunedì sera erano ancora poco meno che 70, in gara al Sunday Million. Tra loro erano ancora in gioco top pro come Massimiliano Martinez, Alessandro Speranza e Andrea Dato.
Scorrendo Facebook ed i forum, vedere Visdiabuli e Ale Speranza nella top 5 del torneo ha iniziato a scatenare i commenti sul genere: "Ecco, arrivano sempre gli stessi", "guarda lì, lo hanno sponsorizzato ora e non perde un colpo, chissà come mai?" e così via.
Poi Andrea Dato vince una mano con 37 off contro JJ di un povero avversario che va rotto sul flop 3 3 9. Apriti cielo: "è tutta 'na truffa", "è rigged", "sono amici del server" e riflessioni di similare profondità si sono aggiunte allo spartito precedente, unitamente alla gettonatissima "Hanno ragione le iene!!!", espressione ormai diffusissima e che dà la misura dell'enorme danno arrecato al poker dall'onda lunga di quel (dis)servizio televisivo.
Accade però che venga eliminato Ale Speranza, mentre Visdiabuli prima crolla pagando un crudele scoppio di AA vs 77 e 7 al river, poi esce 55° dopo aver fatto divertire le centinaia di railbirds che lo hanno seguito per ore al tavolo.
Quindi esce anche Andrea Dato 32°, e improvvisamente spariscono i top players dalla lotta per la vittoria. Fra i candidati del Sunday Million c'è qualche regular e molti nomi del tutto ignoti agli appassionati. Infatti, al final table il field è composto da sconosciuti - per lo più amatori - e due reg.
Qui il dietrologo non si scompone, non si ricrede, non va in crisi: molto più sempicemente, attua il piano B. "Non è possibile che arrivino questi qui", "Troppo scarso questo, chissà chi lo ha fatto arrivare", "questo qui giocava da 5€ e ora...uhm, mi puzza"... ecco come cambiano i commenti del popolo della rete.
Il postulato generale del dietrologo è semplice: perchè godermi lo spettacolo e basta, quando posso farlo seminando sospetti a caso?
Ecco allora che improvvisamente tutti sono attenti alle statistiche come gente che mangia pane e Hold'em Manager, e guarda alle size di oppo con la sicurezza di una commessa di un negozio di intimo. "Quello ieri faceva x3, oggi fa x2,2: secondo me è un pro che gioca al posto suo", era un refrain fra i più gettonati di ieri sera.
Il sospetto si sposta dunque continuamente, alla ricerca dello spot giusto da attaccare. Eccolo: topalflop. Proprio lui, il vincitore del Sunday Million, e quale obiettivo migliore? appena 79 partite prima di quella che gli ha portato 257mila euro in tasca, e tutte a stakes di molto inferiori rispetto ai 250€ del Million.
Molto probabilmente, si tratta di un giocatore sporadico che ha subìto l'irresistibile fascino di un torneo così unico, riuscendo (con la dose di fortuna necessaria ad andare in fondo ad un evento del genere) a fare il colpo della vita.
Oppure chissà, magari è un giocatore attivo su altre piattaforme che ha deciso di tentare - riuscendoci - di shippare big.
Tutto verosimile, tutto probabile, ma non abbastanza affascinante: per il dietrologo infatti fa molto più figo pensare che si tratti di un oscuro caso di "account dato in affitto" a un giocatore forte o ad un pro, che sfruttando l'anonimato avrebbe capitalizzato al meglio un final table per il quale il suo "locatore" non avrebbe avuto le capacità necessarie.
Prove? Nessuna, ma ai dietrologi non ne servono: bastano le sensazioni. Anzi, sono gli altri a dover provare che non è andata come loro ipotizzano...
Sia chiaro, l'account sharing è una cosa seria e un problema sempre attuale nell'Italia dei furbetti, ma appiccicare etichette preventive è uno sport deprecabile quanto purtroppo diffuso. D'altra parte siamo di fronte a PokerStars, che in quanto a lotta a questo genere di fenomeni non si può davvero dire che abbia il "braccetto": basti guardare alla sua storia.
Ma neanche la room dalla picca rossa ha un antidoto contro la dietrologia. D'altra parte, nella fenomenologia del dietrologo non c'è spazio per discipline seriose come la storia e la statistica: qualunque cosa accada, lui ha sempre un "io ve l'avevo detto" pronto all'uso.