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Hanno lo stesso nome e nel poker entrambi hanno lasciato il segno, ma sembra siano le uniche cose che abbiano in comune: per mille motivi Phil Hellmuth e Phil Ivey non potrebbero essere più diversi, eppure entrambi sono capaci di raccogliere grandi consensi.
Il perché del successo dell'ex punta di diamante della scuderia di Full Tilt Poker è in fondo fin troppo facile da individuare: si tratta per molti aspetti del prototipo del giocatore definitivo, letale nel cash game high stakes quanto nei tornei, con in più la rara capacità di padroneggiare ogni variante e di lasciare impressionati anche i giocatori più abili.
Non più tardi di qualche settimana fa, Phil Galfond rifletteva sul fatto che, se stilare una top ten dei migliori giocatori risulterebbe complesso e molto discutibile, praticamente nessuno avrebbe dubbi su chi piazzare al numero uno.
E' insomma questo suo essere fenomeno in tutto che piace di Phil Ivey, e forse anche il fatto di non concedersi mai troppo: poche le interviste, rare le lusinghe agli ammiratori, sicuramente anche nei difetti Ivey incarna il giocatore modello, compresa quell'aura di irraggiungibilità che contribuisce ad alimentarne il mito.
Al contrario, Phil Hellmuth ha sempre speculato molto sul proprio personaggio mostrando un'alta considerazione per la sua immagine pubblica, tanto che per chi non lo conosca personalmente risulta complicato saper distinguere fra ciò che davvero sia e ciò che per qualche motivo ami far credere di sé.
In molti lo ritengono sopravvalutato, altri credono che per lui parlino i numeri, posizioni difficili da conciliari anche perché spesso espresse da chi guarda e vive il poker in modo molto diverso. Di sicuro rimangono i dodici braccialetti vinti, a cui c'è chi dà molta importanza e chi molto poca, con l'ultimo dei quali giunto anche grazie ad un rinnovato impegno nei confronti del poker da parte di Hellmuth.
Entrambi sembrano ormai giocare più per la gloria che per il denaro, con destini destinati a incrociarsi virtualmente ancora: uno ha infatti un record da battere, l'altro ha dimostrato che è disposto a tutto tranne che a cedere.
