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WSOP 2012: gli inglesi si disperano con Neil Channing

Henry Lu festeggia il suo insperato braccialettoDue meravigliose storie di poker si sono incrociate ieri al Rio di Las Vegas, nel finale dell'event #43 No Limit Hold'em da 1500$: quella di Henry Lu e quella di Neil Channing. Ha vinto il primo, al termine di una clamorosa rimonta che lo aveva visto praticamente out nelle prime fasi del day 3.

(Another) chip and a chair
Era rimasto con 2 big blinds, Henry Lu: 40mila chips con bui 10.000/20.000 e 17 giocatori rimasti. Lì inizia la grande rimonta, che lo vede triplicare subito nella mano seguente, e poi incredibilmente diventare chipleader nel giro di mezzora, affacciandosi in testa anche al final table, davanti per un'inezia al britannico Neil Channing.

La lotta con quest'ultimo prosegue fino al testa a testa, al quale l'inglese arriva nettamente davanti: 10,2 milioni contro 2,25.

Il match dura più di tre ore, e incredibilmente il 24enne newyorkese riesce ad aver la meglio su Neil, che di anni ne ha 20 in più, ed è un personaggio su cui vale ampiamente la pena soffermarsi.

Una eloquente espressione di Neil Channing durante il final tableNeil Channing, l'uomo-bad beat
In Inghilterra è di gran lunga il giocatore più amato di tutti: più di Trickett, più di Moorman, di Cody e persino di Liv Boeree. Perchè? Difficile dirlo, ma al di là di essere persona amabilissima il 44enne nativo di Reading è per il suo popolo un pò il giocatore-alfa, il gambler come tutti vorrebbero esserlo.

"Non ho sempre fatto scommesse, fino all'età di otto anni non sapevo neanche cosa fossero", dice di sè Neil, che dopo aver passato buona parte della gioventù vivendo di scommesse sul biliardo, sull'ippica, sulle corse dei cani e sui giochi di carte, si inventa una carriera di handicapper presso un ippodromo: in sostanza, colui che assegna il peso in sella ai cavalli da corsa in base a prestazioni, categoria ed altri parametri.
Il galoppo, le scommesse, il poker: tre grandi passioni degli inglesi incarnate in un unico soggetto. Se stavate ancora cercando le ragioni per cui Channing è così amato in UK, eccovi serviti.

Neil diventa prima bookmaker di successo, nel frattempo approfondisce il poker e diventa un regular di cash game presso il Vic. Si appassiona anche ai tornei, e sbarca per la prima volta a Las Vegas nel 1999, ma non gioca un evento WSOP fino al 2001. In questi anni inizia a guadagnarsi il nickname di "bad beat", per il gran numero di occasioni perse a causa della sfortuna nella sua carriera di torneista.

Neil comunque trova il grande successo, nell'Irish Open del 2007 per 800mila euro, ma anche allora non dimentica di essere uno scommetitore: prima del torneo aveva puntato su se stesso, 500 sterline alla quota di 100 contro 1...fanno altre 50mila sterline in tasca, tanto per gradire.

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Mancava terribilmente il braccialetto WSOP, nella carriera di Neil Channing, e tutta l'Inghilterra ci ha creduto insieme a lui fino in fondo, crollando definitivamente quando i 44 di Henry Lu hanno retto contro gli AJ di Neil. Niente "bad beat", solo un coinflip, ma di quelli che fanno male e stavolta ad un paese intero, già scosso dalla batosta calcistica patita contro l'Italia.

Il payout del final table:

1  Henry Lu   654,380 $
2  Neil Channing   406,409 $
3  James Mackey   286,633 $
4  Tom Alner   207,019 $
5  John Nelson   151,338 $
6  Hovan Nguyen   111,961 $
7  Balazs Botond   83,802 $
8  Francois Dur   63,459 $
9  Jared Rosenbaum   48,614 $

Questo e tutti gli altri tornei del Rio possono essere seguiti nella nostra sezione sulle WSOP 2012!

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
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