Vanessa Selbst, grazie anche al secondo braccialetto WSOP conquistato in estate, è riuscita secondo molti a conquistare l'epiteto di migliore giocatrice di poker al mondo, un successo a suo avviso nato principalmente da una passione sfrenata per il gioco, unita ad uno spiccato talento.
"Sono sempre stata molto competitiva a qualsiasi tipo di gioco, ed i primi anni che ho cominciato ad avvicinarmi al poker non riuscivo a pensare ad altro - ha spiegato in una recente intervista a BluffEurope - credo sia proprio questo genere di passione a fare la differenza fra degli ottimi giocatori ed i primi al mondo".
Vanessa ammette di essere cresciuta in un ambiente familiare che in questo senso non l'ha mai scoraggiata, una sorta di eccezione rispetto a quanto succede di solito: "Mia madre ha frequentato il MIT ed era a sua volta una giocatrice, quindi mi ha sempre incoraggiata fin da subito, non ho avuto bisogno di ottenere grossi risultati prima di avere il suo supporto. Purtroppo è venuta a mancare nel 2005, proprio quando la mia carriera aveva cominciato a decollare, ma so che sarebbe orgogliosa di me".
La statunitense infatti non soltanto ha vinto quasi 5.500.000 $ nei tornei dal vivo, ma si è anche laureata in legge a Yale, riuscendo a far convivere le due cose: "Durante i primi anni del college ho svuotato tutti i miei conti sulle poker room, perché sapevo che altrimenti la tentazione di giocare sarebbe stata troppo forte, ma ad esempio nel 2008 sono stata molto fortunata perché nonostante abbia giocato solo una quindicina di tornei sono andati molto bene.
Traduzione, un braccialetto WSOP vinto, un terzo posto nel No Limit Hold'em Championship Heads-Up ed altri successi, per un totale di oltre mezzo milione di dollari. Solo nell'ultimo anno i due impegni si sono incrociati, un sacrificio che per la Selbst è valso la pena: "E' stata molto dura, ho scaricato tutti i libri sul mio iPad, rinunciato a diversi tornei cui avrei voluto partecipare e magari non sono riuscita a seguire proprio i corsi che avrei voluto concentrandomi su quelli dove la frequenza era meno importante, ma per fortuna adesso è finita".
O meglio, è arrivato un nuovo inizio in cui non esistono solo le carte da gioco: "Quando si è dei giovani giocatori è facile dimenticare le proprie responsabilità sociali, ma adesso credo di essere grande abbastanza da non doverle più rimandare. Mi sento fortunata sapendo di poter disporre di denaro con cui fare una serie di cose al di fuori del poker positive, che possano aiutare anche gli altri. Penso che persone nella mia posizione possano fare una certa differenza, e credo sia importante che lo si faccia".