L'Aria sembra aver deciso: per Howard Lederer c'è ancora posto. La poker room di Las Vegas pare aver gentilmente respinto la petizione dei giocatori, capitanati dal regular Nick DiVella, che avevano chiesto l'allontanamento dell'ex proprietario di Full Tilt Poker.
Un esito simile in fondo era il più probabile, per una serie di ragioni. La prima, è che la minaccia dei giocatori di abbandonare il casinò, qualora Lederer non fosse stato allontanato, è probabilmente suonata come un bluff maldestro piuttosto che come un boicottaggio da cui guardarsi.
A Sin City infatti l'Aria è ormai sinonimo di eccellenza, e molti professionisti di punta non sarebbero probabilmente inclini ad abbandonarla davvero e in modo definitivo in favore di qualche altro luogo, nonostante in teoria le alternative non manchino.
La seconda assume un carattere più strettamente politico, ed è quella in base alla quale "la casa" non giudica: creare un precedente, anche se per un caso estremamente rilevante come quello in esame, è probabilmente l'ultima cosa di cui il management senta il bisogno.
La terza possiamo solo ipotizzarla, ed è in qualche modo strettamente collegata con la prima. I giocatori di poker sono essenzialmente portati al pragmatismo: giocano dov'è più profittevole, dove il servizio è migliore, e non sembrano inclini a fare scelte che contravvengano questi imperativi solo per difendere un principio.
Inoltre sembrano restii a "fare sistema", vittime forse di un individualismo che è caratteristica fondante della strada che hanno scelto: "C'è bisogno di una lista nera - ha chiosato DiVella su Twitter - di un organismo di governo nel mondo del poker, ma da dove potremmo cominciare?". Evidentemente, non dall'Aria.