Tom Dwan ha risposto su 2+2 alle accuse di Daniel Cates, che attraverso Twitter lo aveva accusato di aver volutamente "insabbiato" il Durrrr Challenge, visto il pesante svantaggio accumulato nelle 20.000 mani giocate delle 50.000 previste.
Il pro di Full Tilt Poker però non ci sta a passare per la pecora nera della situazione, e così ha risposto punto per punto ai dubbi mossi da "jungleman12", senza che peraltro sia ancora chiaro quando la sfida potrà finalmente riprendere.
In primo luogo, Tom ricorda di poter giocare soltanto quando si trova al di fuori degli Stati Uniti, e che una volta in viaggio è comunque tenuto a rispettare anche altri impegni, siano quelli di uomo immagine che di giocatore in tornei importanti.
Inoltre, smentisce di aver mai ignorato le comunicazioni private di Cates, affermando di aver al massimo ritardato a rispondere per un paio di giorni, proprio a causa di quegli impegni, e di aver inoltre informato con anticipo l'avversario circa i suoi spostamenti.
"Avremmo potuto giocare nelle ultime due settimane se mi avesse detto che era pronto - continua Dwan - quando mi sono seduto contro di lui non ha voluto farlo a limiti superiori al $100/$200, e visto che mi doveva anche 100.000 dollari ho pensato che non avesse ancora denaro sufficiente per riprendere il challenge".
Queste parole tuttavia non sembrano aver tranquillizzato "jungleman12", che in un'intervista a PokerListings.com spiega: "Credo che una parte di lui non sia convinta di essere necessariamente peggiore di me, ma che comunque finirà col perdere la sfida". Pagando quindi la famosa scommessa da 1.500.000 $.
Tuttavia, messa in questi termini potrebbero esserci pause di settimane tra una sessione e l'altra, e quindi mettere assieme altre 30.000 mani - anche a ripresa avvenuta - rischia di essere davvero difficile, e con Dwan che certo non scalpita all'idea i pessimisti al riguardo sembrano poter segnare un punto a loro favore.