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La seconda giovinezza del poker a Las Vegas, ma la concorrenza è importante: chiude la room del Treasure

Quest'estate il poker a Las Vegas ha registrato nuovi record di affluenza e di business: nel mese di giugno erano stati raccolti 17,5 milioni di dollari ai tavoli, il 4,2% rispetto al 2017. Era dal giugno 2007 che non si sfondava il muro dei 17 milioni e, al tempo, vi erano 104 rooms attive e 960 tavoli autorizzati aperti.

Si è passati a 60 sale per 683 tavoli in tutto lo Stato. Il business è spartito solo da pochi casinò della Strip.

Presto però le poker rooms saranno 59 e non più 60 nel Silver State.

L'action è infatti concentrata soprattutto nelle 18 poker rooms della Strip con incassi pari a 14,4 milioni (su un totale dello stato di 17,5 milioni). Eppure anche in quella zona non tutti i casinò se la passano bene, almeno per quanto riguarda il poker live.

Las Vegas: i tavoli da poker rendono di più

Secondo un'analisi pubblicata da CardsChat, i tavoli da poker rendono in media di più, in base ad una ricerca dell'Università UNLV Gaming reserch. Nel 2010 rendevano $147.000 all'anno in Nevada, oggi $193.000.

I giocatori non hanno mollato il poker ma si sono trasferiti dalle piccole alle grandi poker rooms. Come detto a giugno le entrate sono aumentate del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2017. Le recenti World Series of Poker sono state un successo: a luglio si è disputato il secondo Main Event più frequentato di sempre con 7.874 entries rispetto alle 8.773 del 2006.

Treasure Island dice stop al poker low stakes

Il Treasure Island ha comunicato di voler sbarrare le porte della propria poker room e di voler fermare l'action su sette tavoli low stakes. La concorrenza tra le sale da gioco sulla Strip è stata giudicata dai manager del casinò eccessiva. Purtroppo lo spazio sarà utilizzato per nuove slot machines.

Già nel 2012, dopo il Black Friday, la card room del Treasure era andata in difficoltà e per questa ragione era stata destinata ad una location diversa della struttura. In questi anni l'action low stakes stentava a decollare per via della forte concorrenza dei casinò vicini, nella zona nord centrale della striscia. Difficile poter competere nel poker con colossi come Wynn, Mirage e Venetian, tutti nelle vicinanze.

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Il business del poker live a SinCity

E' la quinta chiusura di una poker room sulla Strip dal 2012. Eppure il poker a Las Vegas è in piena espansione e sta vivendo una seconda giovinezza ma il business è spartito soprattutto dal Bellagio e dall'Aria (ma fanno dei bei numeri anche il Venetian, il Caesars e il Rio durante le WSOP).

La sala da poker del Treasure Island ospitava per lo più giochi di cash game $1/$2, più qualche torneo giornaliero da $100 ed occasionali giochi Limit low stakes. Ma durante le ore di punta erano in corso al massimo 3 partite. Al Venetian e al Bellagio le partite vanno avanti per ore ed anche a notte fonda è capace di trovare una dozzina o più di tavoli aperti.

Treasure Island ha provato a fare concorrenza a casinò della Strip con meno di 10 tavoli come Harrah's, Stratosphere, Flamingo ed Excalibur ma con risultati deludenti.

I casinò e le poker rooms chiuse

A SinCity ci sono ancora 32 casinò che hanno una poker room attiva mentre non offrono più poker tradizionale casinò di dimensioni del Treasure come Tropicana, Hooters, Luxor, Hard Rock e Monte Carlo. Tutte rooms low stakes.

Lontano dalla Strip, di recente hanno interrotto le operazioni ai tavoli da poker anche il Suncoast (zona ovest della città), M Resort e Silverton (area sud di SinCity).

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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