Randy "nanonoko" Lew è l'ultimo del team online di PokerStars ad aver annunciato il suo addio alla poker room numero 1 al mondo. Il grinder dei record, colui che ha fatto del multi tabling quasi uno stile di vita (arrivava a gestire fino a 24 tavoli aperti) ha girato pagina. Lew fa lo streamer su Twitch ed ha intenzione di continuare a giocare a poker.

La storia di questa lunga partnership di successo è iniziata nel dicembre del 2009, quando Lew entra a far parte del team online e diventa un giocatore sponsorizzato, nonostante per anni abbia cercato di mantenere il basso profilo.
"La mia famiglia ha saputo solo dopo anni la mia passione per il poker..."
"nanonoko" è sempre stato considerato un mass grinder nei medium stakes. Randy ha svelato alcuni particolari curiosi su Twitter: "la mia famiglia ha saputo solo dopo 10 anni che giocavo a poker ma ero orgoglioso di essere un giocatore professionista, ho aspettato però di essere all'apice del successo per dirglielo".
Tweet (1 of 2): I am no longer an ambassador for Pokerstars. It is always good to take a step back from life and self reflect. I thank you for taking the time to share this moment with me as I open my thoughts to you. pic.twitter.com/qHByR5bdPK
— Randy Lew (@nanonoko) 9 aprile 2019
Ha sempre mantenuto il low profile: "A me piaceva il poker nonostante fosse percepito negativamente dalla società, per il gioco in sé, la competizione e la libertà. Ero in incognito perché non volevo essere associato a cose percepite in modo negativo, come quello di spendere il denaro senza rispetto".
Ma quando ha accettato - rivela - di entrare nel team di PokerStars, tutto è cambiato: "Per me è stato un grande passo in quanto dovevo rimanere sotto i riflettori. Psicologicamente è stato un passo in avanti notevole: non solo potevo garantirmi un reddito più stabile, ma era il passo decisivo per aprirmi con i miei genitori sulla mia vita".
Dal basso profilo ad una vita sotto le luci della ribalta con la regia di Pokerstars e non solo. Randy, nel 2009, diventa subito un punto di riferimento per molti pokeristi e la sua vita, qualche anno dopo, finisce anche sotto le luci delle telecamere in un cortometraggio. Il documentario è intitolato: "I'AM NANONOKO".

"In nove anni ho giocato 13 milioni di mani..."
"Durante questo viaggio di nove anni, ho giocato oltre 13 milioni di mani e ne ho vinte molte, mi sono sentito davvero inarrestabile. Alla fine, dopo aver comprato una casa in California, l'ho comunicato anche ai miei genitori ed ho provato una sensazione di grande sollievo".
Tweet (2 of 2):
Thanks again! pic.twitter.com/q5XfnSrgot
— Randy Lew (@nanonoko) 9 aprile 2019
Dopo 13 milioni di mani macinate però gli stimoli possono iniziare a venire meno: "la mia spinta verso il poker è diminuita con il passare del tempo come accade alla maggior parte delle persone. Amo ancora il poker e la considero sempre la mia professione, ma non c'è più l' istinto di dover grindare giorno dopo giorno".
Fin quando esisteva lo status di SuperNova Elite, Lew ha raggiunto questo ambizioso traguardo sei volte, dal 2007 al 2013. "Pokerstars - afferma il grinder di origini cinesi - ha fatto molte cose straordinarie nello sviluppo dello spazio pokeristico, la ringrazio per tutto, perché sono riuscito per la prima volta nella mia vita a salire alla ribalta".
"Ora è il momento di crescere e di sentirsi liberi. Sono pronto ad entrare nell'ignoto e fare ciò che voglio fare. Giocherò a poker quando voglio giocare a poker. Sarò nanonoko".