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Daniele Mazzia: "il segreto della longevità? Saper cambiare. Oggi non giocherei certe partite"

 

Daniele Mazzia è uno dei giocatori più conosciuti del mondo del poker nostrano, è stato uno dei primi a frequentare i tornei live che si svolgono da una quindicina di anni nei nostri Casinò e si è tolto anche alcune soddisfazioni in campo internazionale.

Per le nostre "Storie di Assopoker", lo abbiamo raggiunto nei giorni scorsi e, come al solito, è stato gentilissimo e super disponibile a rispondere alle nostre domande.

Ciao Daniele, intanto grazie per averci dedicato il tuo tempo.

Voglio iniziare con un episodio che non riguarda tutti i lettori, ma solo noi due, ti  ricordi che mi devi una cena da tipo 12 anni, sì? 

"Ahhahaha sì sì, ma sono passati talmente tanti anni che non mi ricordo più il motivo... tranquillo Top appena vieni dalle mie parti prometto di saldare ora che mi hai svergognato pubblicamente..."

Uno dei miei primissimi blog di poker è legato ad una delle tue Deep Run, quella che ti permise di fare quarto all’EPT di Barcellona del 2008, circa un anno dopo la tua prima grossa vincita live ad un torneo di Velden, in Austria. Cosa ti rimane di quel periodo? 

"Ti dico la verità... li vedo come ricordi veramente lontani ..piacevoli ricordi di un periodo della mia vita particolarmente spensierato (e fortunato...) Non gioco tornei in pratica da 2/3 anni..."

Ecco, i tornei. Sono sempre stati una costante nella tua carriera di giocatore, ma durante gli anni la tua migrazione verso il cash game è diventata sempre più importante. Quali sono i motivi che ti hanno spinto a dedicare meno tempo ai tornei? 

"Principalmente essere professionista per me è sempre stata una questione di testa... ho sempre sostenuto che le skills pokeristiche montate su un cervello poco propenso alla gestione professionale della propria attività, portavano poco lontano, per cui ho preferito investire il mio tempo in un gioco meno varianzoso… (non che il cash game non lo sia in assoluto eh..)".

Quando il mondo del poker pensa allo stile di Daniele Mazzia, lo associa sempre ad un approccio piuttosto conservativo al tavolo. Consideri corretto il giudizio di chi ti considera, o ti considerava, un giocatore estremamente tight? 

"Ma sì, mi sono sempre divertito a creare un personaggio di chiusino ma la realtà è che di tuffi ne ho fatti parecchi, a volte pure insensati. Cose che un giocatore estremamente tight non si sognerebbe di fare".

In relazione a questo, il tuo atteggiamento cambiava tra una partita di cash game e un torneo? 

"Torneo e cash game sono giochi completamente diversi. Secondo me è difficile paragonare gli atteggiamenti con cui li affronti; detto questo confermo che non sono uno spewer in entrambe le discipline".

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A metà settembre del 2019, quale è il tuo rapporto col poker? Immagino che tu abbia accantonato del tutto il poker online, ma frequenti ancora i Casinò per le tue sessioni di cash game live? Di cosa ti occupi? 

"A metà settembre 2019 posso dirti che  gioco veramente poco a cash (live) e non gioco i tornei, un po’ per mancanza di tempo e un po’ perché onestamente non ho la grinta che avevo in passato  per mettermi in viaggio e stare 2/3 giorni al tavolo seduto. Ho aperto un’agenzia di scommesse e dedico molto del mio tempo a questa attività".

Più di una volta mi hai raccontato delle tue peripezie al tavolo del Casino di Montecarlo, una specie di tabù per chi pensa a quel mondo come ad una realtà fuori portata.  Come hai iniziato a frequentare quell’ambiente? 

"Diciamo che ho avuto la fortuna di trovarmi nel momento giusto nel posto giusto. Partite incredibili e soprattutto personaggi incredibili... sessioni da raccontare ai nipotini (forse meglio di no😁😁😁)". 

In un ambiente come il nostro i soldi distruggono rapporti come se piovesse. Le amicizie che ti sei portato dietro durante gli anni si sono cementate, oppure qualcuna è andata persa per questo motivo? 

"Come ben sai non ho una visione estremamente positiva della faccenda. Ho avuto parecchie delusioni e sono contento di aver sempre mantenuto i rapporti con i miei amici storici. Per quanto riguarda il poker ne sono rimaste poche. Poche ma buone dai". (A sinistra foto con gli amici storici, Alessio Isaia e Swissy, al matrimonio di Claudio, ndr)

Se esiste, quale errore della tua carriera pokeristica non rifaresti, avendone la possibilità? 

"In particolare non rifarei una partita privata fatta a casa di un amico che poi si vede tanto amico non era".

Un’ultima domanda che considero un consiglio per le nuove generazioni, quindi attento perchè ti sto dando la possibilità di passare alla storia come il nuovo Messia: qual è il segreto della longevità? 

"Secondo me saper capire quando cambiare. Il mondo del gioco è in continua e veloce evoluzione, quella che può sembrare la gallina dalle uova d’oro oggi, l’anno prossimo potrebbe rivelarsi un investimento di tempo e risorse sbagliato, quando magari ci potrebbero essere altri progetti/settori da sperimentare. Personalmente sono sempre stato affascinato dal cambiamento originato da nuovi stimoli".

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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