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Tavolo da poker

Come sarà il poker live post-coronavirus? Ecco cosa dovrete cambiare per non farvi trovare impreparati

Una delle frasi più ricorrenti, in questi strani tempi di pandemia e reclusione, è che "nulla sarà più come prima". Certo non si può negare che l'affermazione sia ammantata di catastrofismo, poiché ad oggi le certezze scarseggiano, in qualsiasi direzione le si vada a cercare. Il nostro amato poker, però, è uno dei pochi ambiti in cui qualche certezza l'abbiamo già. Ad esempio, sappiamo che il poker live sarà tra le ultime attività che riprenderanno, una volta passato l'allarme.

Un day 1 di un classico del poker live come l'IPO di Campione d'Italia. Al di là delle note vicende che hanno colpito il casinò, uno scenario del genere sarà difficile da rivedere un po' ovunque, per qualche anno.

Il poker live post-coronavirus: gli scenari sicuri e quelli possibili

Le suggestive immagini di sale stracolme di gente che abbiamo ancora davanti agli occhi, siano quelle del Rio di Las Vegas per le WSOP o quelle di un club italiano durante un torneo importante, dovremo dimenticarcele per chissà quanto ancora. Il poker live è infatti un ricettacolo quasi perfetto, per la tipologia di trasmissione e contagio del COVID-19. Molte persone raccolte in un medesimo luogo chiuso, con distanze ridottissime l'una dall'altra, sedute anche in 11 (dealer compreso) allo stesso tavolo, maneggiando carte e chips che sono passate da infinite altre mani. Momenti che abbiamo visto e vissuto centinaia, migliaia di volte, ma che difficilmente rivedremo. Perlomeno, è quasi impossibile che le rivedremo di qui a un paio di anni almeno. Infatti l'altra certezza che abbiamo e che il poker live, quando riprenderà, sarà giocoforza molto diverso da quello a cui siamo abituati.

Come cambieranno gli standard igienici?

Alcuni standard igienici e di sicurezza cambieranno in pianta stabile. Ad esempio è molto probabile che le chips vengano sterilizzate quotidianamente. Ciò probabilmente comporterà problemi logistici con cui fare i conti, nei tornei distribuiti su più giorni. Alla fine di ogni day le chips vengono infatti chiuse in buste sigillate, destinate a essere aperte solo il giorno dopo alla ripresa del gioco. Tutto questo sicuramente cambierà, magari con una registrazione online certificata delle dotazioni di ciascun giocatore. Così come è facile immaginare che le carte verranno sanificate e che i dealer lavoreranno con i guanti sterili. Ogni giocatore verrà sottoposto al termoscanner al momento dell'ingresso al casinò, analogamente a quanto succede oggi in qualsiasi grande attività aperta al pubblico. Ma la mia riflessione di oggi si focalizza soprattutto su un altro, dei cambiamenti ai quali sarà costretto il poker live post-coronavirus: il numero dei giocatori al tavolo.

La differenza principale: il numero dei giocatori per tavolo

Come detto prima il poker live è stato fino ad oggi, nella stragrande maggioranza dei casi, full ring. Per ragioni logistiche ed economiche i tornei live non sono quasi mai proposti in formula short-handed, ovvero con tavolo da 6 giocatori o anche meno. Comprensibile che sia stato così, ma quasi impossibile che così lo ritroveremo.

Per mantenere le distanze di sicurezza, anche una volta che l'ondata del contagio sarà alle spalle, i casinò dovranno adeguarsi e offrire eventi di poker con tavoli al massimo di 6 giocatori, probabilmente anche 4. Ciò inciderà senz'altro sul cap, sul tetto di giocatori che ogni casa da gioco potrà accogliere contemporaneamente in un unico torneo. Ma questo è appunto un aspetto organizzativo, che ci interessa a titolo di informazione. L'aspetto più importante diventa invece quello strategico.

Da full ring a 6 o 4-max: come prepararsi al poker live che sarà

Le differenze tra una partita di poker con 9 giocatori e una con 6 sono nettissime. Differenze che aumentano ancora di più se si ipotizzano tavoli da 4. Cerchiamo dunque di sintetizzare le principali conseguenze che comporterà un passaggio del poker live a uno standard di massimo 6 (o addirittura 4) giocatori per tavolo.

L'estinzione dei nitty

Non è un segreto che una strategia di attesa sia molto diffusa, nei tornei live come li abbiamo vissuti fino ad oggi. Una strategia diffusa e anche efficace, se accompagnata da una buona run nei momenti e negli incroci che contano. Adottare un approccio nitty in un tavolo da 6 è invece molto meno efficace, perché è assolutamente necessario rivedere il valore delle mani di partenza. Praticare in un 6-handed una selezione delle mani uguale a un 9-handed è qualcosa di molto vicino al concetto di suicidio pokeristico.

Gioco di posizione e difesa dei bui

Dire addio all'approccio nitty significa anche studiare più a fondo il gioco in ogni suo aspetto, a partire dal valore della posizione e dal tasso di aggressività richiesta. In 6-handed si giocano più mani, è impossibile rimanere lì ad attendere di ricevere carte buone, per cui bisogna adoperarsi per fare rendere al massimo le volte in cui giochiamo in posizione. Occorre lavorare a fondo sui propri range di 3-4bet e di call alle 3-4bet, in modo da essere meno prevedibili. Allo stesso modo bisogna allargare - con criterio - il range di difesa dai bui, perché nei tavoli con pochi giocatori far percepire debolezza nelle posizioni dei blinds equivale ad essere carne da macello, mentre una eccessiva frequenza di difesa ci fa perdere troppe chips. Qui si passa all'altro aspetto da curare assolutamente.

Abituarsi (o imparare) a giocare il board

Una buona capacità di lettura del board, abbinata a una discreta abilità nel delineare i range avversari, è sempre importante nel poker. In un tavolo da 9 o 10 giocatori lo è necessariamente un po' meno, poiché ci si può permettere di giocare meno mani e un buon numero di volte in posizione.

Nel 6-handed saper giocare il board diventa un fattore indispensabile. Perché ne giocherete molti di più, perché sarete più spesso fuori posizione rispetto al full ring. Perché sarete chiamati molto più spesso a capire "dove siete nella mano" senza avventurarvi in bet for info che sarebbero pane per i denti di avversari più aggressivi e in possesso di una confidenza con board e range avversari migliore della vostra.

L'occasione imperdibile: allenarsi online

In attesa che l'emergenza passi, che si torni lentamente alla normalità e che infine riaprano anche i casinò e gli eventi live di poker, è meglio non farsi trovare impreparati a tutti questi cambiamenti che certamente troveremo. Andate allora a cercarvi il più possibile tornei online e tavoli 6-max, giocateli, analizzate al meglio il vostro gioco e gli errori (inevitabili) che commetterete.

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Intendiamoci: se siete abituati a giocare nitty dovrete adeguarvi, altrimenti siete fritti. Ciò può significare snaturarsi ma anche no. A volte è necessario fare tabula rasa, altre volte non serve arrivare rinnegare il proprio stile di gioco, ma aggiungere altre frecce al nostro arco per riuscire a essere competitivi anche in contesti nei quali, con il nostro approccio classico, non potremmo mai esserlo.

E se fosse 4-max?

E se invece che 6 il limite di giocatori per tavolo, nel poker live post-pandemia, dovesse essere di 4? A dire il vero si tratta dello scenario relativamente più probabile, e la ragione sarebbe tecnica. Un tavolo da poker live standard ha un perimetro di circa 6 metri e mezzo. Ciò significa che, dovendo rispettare la distanza minima di un metro fra un giocatore e l'altro, la capienza massima di un singolo tavolo sarebbe appunto di 4 persone (più il dealer).

Considerando che una riprogettazione di nuovi tavoli è quantomeno impensabile nel breve periodo, se al momento in cui sarà ridato il via libera per nuovi tornei di poker live le disposizioni sul distanziamento sociale saranno le stesse di oggi, in un primo momento si giocherebbe 4-max un po' ovunque. Non a caso le ipotesi di una ripresa del poker a Las Vegas prevedono tutti questa soluzione.

Anche per il 4-max varrebbero tutte le considerazioni fatte prima, se possibile ancora più accentuate, in materia di hand selection, dei range e dell' abilità nel giocare il board. Le dinamiche che si innescherebbero sarebbero estremamente favorevoli ai giocatori esperti di cash game o che sanno molto bene come bilanciare selezione delle mani e range in base al numero dei giocatori presenti al tavolo.

Come migliorare il nostro poker 6-max (o 4-max)

Questo non ha la pretesa di essere un articolo di strategia, ma solo una riflessione su alcune domande da porsi. Le risposte, ovvero gli spunti per sviluppare o migliorare un approccio specifico al poker short-handed non mancano: basta saperli cercare. Le fonti non mancano, anche se sono praticamente tutte orientate sul cash game.

Per le ragioni esposte in un paragrafo precedente, il formato ritenuto fino a oggi standard per i tornei è il full ring, mentre il 6-max è da sempre terreno di caccia per i cash gamer. Il consiglio allora è di cercare qualsiasi cosa che possa darci un valore aggiunto in termini di conoscenze delle dinamiche di gioco. Ciò si può raggiungere chiedendo aiuto a un coach di cash game, o guardando video e streaming di qualche cash gamer in voga attualmente. Oppure ci si può rivolgere ai libri o agli articoli di strategia. Certo libri e articoli bisogna prenderli con le molle, essendo il poker un gioco in continua evoluzione e buona parte di questo materiale scritto ormai da qualche anno. Ricordate però che non dobbiamo né possiamo diventare in poco tempo dei super-duri del cash game, ma questo tipo di apprendistato deve servire per imparare bene dinamiche e range del poker in tavoli con un numero di giocatori nettamente inferiore a quanto siamo abituati.

Una volta che avremo incamerato le nuove nozioni si amplieranno i confini della nostra conoscenza del gioco e saremo in grado di affrontare una nuova sfida: quella del poker live che verrà, lo speriamo tutti, dopo la fine dell'incubo-pandemia.

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
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