John Cernuto è uno dei giocatori di poker più forti nella specialità torneo che si sia mai seduto ad un tavolo da gioco. Non a caso, ‘Miami John’ detiene il record di ITM negli MTT, per un totale aggiornato di ben 517 bandierine (fonte: Hendon Mob).
Oggi, Cernuto ha 76 anni, un numero di 11 unità superiore rispetto ai 65 tornei vinti in carriera, inclusi tre braccialetti alle WSOP. Insomma, una vera e propria leggenda vivente, la cui storia è legata in qualche modo anche all’Italia.
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Chi è John Cernuto
John Cernuto nasce a Jersey City, nel New Jersey, nel 1944. Si laurea alla Florida State University in finanza. Nel 1981 lavorava come controllore del traffico aereo, quando uno sciopero lo convinse a cambiare totalmente rotta: diventare un professional poker player.
La mossa ha dato i suoi frutti, dato che ‘Miami’ in carriera ha vinto oltre 5,8 milioni di dollari nei tornei, mostrando una costanza senza pari. Basti pensare che dal 1992 riesce ad andare a premio almeno una volta l’anno alle World Series of Poker.
Impressionante, vero?
Le radici italiane
“La prima volta che ho giocato a poker ero con la mia famiglia italiana”, ha ricordato Cernuto in una recente intervista. “Giocavamo a Seven Card Stud, se era mia mamma a dare carte i due erano i jolly, se era mia nonna erano i dieci. Zie, zii, cugini e parenti, giocavamo tutti”.
L’americano ha raccontato di aver continuato a giocare a poker anche al college e durante il servizio di leva: “Come soldato guadagnavo 100 dollari al mese, ma col poker ne facevo 400 in partitelle da un quarto di dollaro”.
Una cosa è giocare con i commilitoni, un’altra fare il pro: “Fu solo quando mi trasferii a Las Vegas, nel 1982, che capii che le mie abilità non sarebbero bastate nel mio nuovo mondo: la mia aggressività era ottima, ma i miei range fin troppo loose”.
Un inizio difficile
All’epoca non c’era tutta la disponibilità di libri, forum e articoli di strategie di poker come oggi: “Dovetti imparare grazie ai miei nuovi amici e alla ‘scuola dei duri colpi’. Ho giocato coi pro di Vegas per quattro anni, ma per la metà sono stato un giocatore amatoriale”.
Andò bene, ma John Cernuto capì che “dovevo fare dei cambiamenti nel mio gioco. Nei primi due anni guadagnai quanto percepivo come controllore di volo, ma quando il terzo anno guadagnai la metà, giocando allo Stardust Casino, mi resi conto che dovevo approcciare il gioco in modo più professionale”.
A quali giochi giocava ‘Miami’? “Solo limit hold’em e no-limit hold’em in quegli anni formativi. Giocavamo il 10/20 e il 20/40 quando c’erano i turisti in città. All’epoca il mio NLHE era a livello principiante, e giocavo contro player molto più forti come Johnny Chan, Stu Ungar e molti altri”.
La storia del soprannome ‘Miami’
C’è stato un tempo in cui i giocatori di poker non si sceglievano i propri soprannomi, come fanno oggi i player dell’online: venivano attribuiti in base a caratteristiche fisiche, modo di vestirsi o area di provenienza.
Ma John Cernuto rappresentò un’eccezione, perché fu lui stesso ad attribuirsi il nickname: “Decidi di utilizzare ‘Miami John’ il giorno in cui vinsi il mio primo evento importante, l’Amarillo Slim’s Super Bowl of Poker al Caesars Palace. Vinsi il torneo perdendo solo due piatti: fu magico.
A dirla tutta, però, l’origine del nickname si deve “a una giovane ragazza che conobbi mentre facevo bisboccia al Sam’s Town Casino. Giocavo allo Stardust e ai tempi non avevamo i cellulari, ma dovevamo essere sempre reperibili. Lei non conosceva il mio cognome, ma non dimenticherò mai il suo messaggio all’altoparlante: ‘Telefonata sulla linea 1 per Miami John Baby Doll’. Ovviamente tolsi ‘baby doll’ dal nome, ma mantenni Miami John”.