Philipp Gruissem da tempo ha deciso di donare una parte delle proprie vincite in beneficenza, e proprio in questi giorni sta trascorrendo del tempo in Uganda per visionare il lavoro della SCI, l'associazione che fa capo all'Imperial College di Londra a cui ha deciso di devolvere il denaro.
L'organizzazione cerca di contrastare la diffusione della schistosomiasi, una malattia intestinale molto diffusa tanto in Africa che in Sudamerica soprattutto nei Paesi della fascia tropicale, scatenata da parassiti che contaminano i corsi d'acqua dolce: chi vi si abbevera finisce col contrarre la malattia, un problema molto diffuso fra i bambini che rischiano non di rado di sviluppare la malattia in forma cronica.
Per trattare la schistosomiasi vengono somministrate pillole a base di albendazolo e praziquantel, degli antiparassitari: una sola compressa, fanno sapere dall'organizzazione, costa appena cinquanta centesimi, e pare che questo tipo di problema riguardi circa un terzo della popolazione africana.
Gruissem ha quindi deciso non solo di devolvere i propri soldi, ma anche di andare a toccare con mano la situazione, e sembra essere rimasto molto colpito dall'efficenza dell'organizzazione: "Tutti prendono l'infezione nel Nilo, dove nei punti in cui viene raccolta l'acqua ci sono delle lumache portatrici del parassita - ha scritto lui stesso sul proprio profilo di Facebook - dopo il trattamento molti bambini passano una giornata con la nausea e quindi tendono a spaventarsi".
Sicuramente il tedesco saprà come godersi il proprio denaro, ma al tempo stesso cerca di ricordare come se ne possa fare anche un uso diverso da quello mondano. Non di rado si è attratti dal lato più glamour che caratterizza le vite dei giocatori di maggior successo, e sarebbe in qualche modo sorprendente se così non fosse. Molti di questi ragazzi fanno un uso del denaro spesso discutibile, altre volte semplicemente stupido, ed a volte ci si può domandare quanto spazio per la realtà possa rimanere all'interno della loro "bolla".
Generalizzare, del resto, sarebbe miope. Evidentemente Gruissem sa benissimo che molto altri professionisti potrebbero fare altrettanto, e così la sua condivisione assomiglia ad un invito, che ci auguriamo possa essere raccolto da più di qualcuno.