Quali sono i processi mentali che caratterizzano gli scommettitori occasionali, come ragionano e con quali criteri decidono di puntare su questo o quell'evento? Oltremanica uno studio ha provato a vederci chiaro.
Analizzando centinaia di migliaia di giocate online - effettuate sia su partite di calcio che su corse di cavalli e perfino di cani sul portale di un bookmaker inglese - il professor Nigel Harvey ed il suo studente Juemin Xu sono arrivati a conclusioni apparentemente sorprendenti, ma che analizzate più a fondo hanno mostrato una loro interessante logica.
I dati infatti sembravano confermare un paradosso, e cioè che la cosiddetta "hot hand fallacy" - ovvero che un giocatore che stia attraversando una striscia di risultati positivi abbia maggiori probabilità di pronosticare correttamente gli eventi futuri - si verificasse effettivamente nei soggetti esaminati.
In particolare, emergeva ad esempio che giocatori che avevano vinto le due scommesse precedenti avessero il 57% di possibilità di vincere anche la terza, contro il 45% riscontrato nel campione di soggetti che non potevano dire altrettanto. Addirittura, chi vinceva sei scommesse di fila riusciva ad indovinare anche la settima il 76% delle volte: com'è possibile?
Si potrebbe immaginare, semplicemente, che questo effetto possa essere influenzato da degli scommettitori professionisti, ma i dati hanno sconfessato questa ipotesi. Infatti, complessivamente, i giocatori che sperimentavano delle strisce vincenti erano perdenti con una media sostanzialmente identica rispetto a coloro che non incorrevano in nessuna "hot streak".
Il nodo, si è scoperto, stava tutto nel tipo di scommesse che i giocatori "seriali" vincenti e perdenti facevano. La ricerca ha infatti evidenziato che chi attraversava una serie di risultati consecutivi vincenti iniziasse a puntare in maniera più prudente, ovvero su eventi che avevano una maggiore probabilità di verificarsi.
Difficile dire se la loro motivazione fosse cercare di preservare quanto vinto, o una più irrazionale idea che la fortuna presto o tardi dovesse girare. Quel che è certo, è che una simile tendenza è stata evidenziata anche da parte di giocatori che attraversavano una striscia di risultati negativi, ma in senso opposto.
In quel caso infatti gli scommettitori rischiano in media più degli altri, andando a puntare sulle quote più "golose" e quindi statisticamente improbabili: anche in questo caso, non è chiaro se fossero mossi da un semplice sentimento di "rivalsa" volto a recuperare le perdite, o alla convinzione che presto o tardi il vento avrebbe cominciato a soffiare dalla loro parte.
In sostanza, cadendo in entrambi i casi in quello che viene chiamato l'errore del giocatore - ovvero pensando che i risultati precedenti influenzino quelli futuri - entrambi i gruppi soggetti a "strisce" positive e negative reagivano in modo tale da rendere più probabile il perpetrarsi di quella tendenza, i primi diventando più prudenti ed i secondi facendo scommesse sempre più azzardate.